Dopo una vita passata ai vertici del
Partito Fascista
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anche come
Ministro plenipotenziario,
Governatore della Tripolitania Italiana,
Ministro delle Finanze,
Presidente della Biennale di Venezia
e
Presidente di Confindustria,
in un arco di tempo che va dal
1921
fino al 1943,
Giuseppe
Volpi,
Conte di Misurata, contribuisce dopo
la
destituzione di Mussolini
a finanziare la
resistenza
veneta,
in
particolare
i
partigiani comunisti
del
Monte Grappa,
così
nell'immediato Dopoguerra, grazie
all'"Amnistia
Togliatti"
e
diverse testimonianze a suo
favore di autorevoli
antifascisti, ogni
accusa a suo carico
decade.
Come
titolare della
S.A.D.E. - Società Adriatica
di
Elettricità,
lo
ritroviamo come uno dei più potenti e
convinti promotori della
costruzione della diga del
Vajont,
progettata dal 1926 al 1958
dall'Ingegner Carlo Semenza
e costruita tra il 1957 e il 1960
nel
Comune di Erto e Casso
in Provincia di
Pordenone,
Regione
Friuli-Venezia
Giulia,
lungo il corso appunto del
torrente
Vajont,
un'opera "ardita",
"pazza" o quasi
"impossibile",
all'epoca
infatti
la più alta
in assoluto
e
ancora oggi la
quinta più alta
del mondo...
La diga,
oggi in disuso,
rimarrà tristemente famosa per
il
disastro
del 9 ottobre 1963,
quando una frana,
precipitata del Monte Toc
nel
bacino artificiale, lo fa
traboccare
inondando
conseguentemente
con inaudita
violenza il
paese di
Longarone,
in
Provincia di
Belluno,
che viene
spazzato via
causando
2000
vittime,
di cui
487 bambini e ragazzi sotto i 15
anni.
Causa principale
del disastro il
riempimento dell'invaso e suo
successivo svuotamento per
abbassare il livello
delle acque a
quota di regime, con una tale
variazione
di
pressione sul lato della
montagna
da provocarne
il
franamento,
sollecitazioni
poi calcolate
di quasi
10 volte superiori a quelle
previste durante il normale
esercizio.
Pochissimi giornalisti
coraggiosi, tra cui
Tina Merlin
dell'Unità
(per questo processata!), e
alcuni periti
onesti
ne segnalano
invano la
pericolosità da anni
prima
della tragedia.
Se
ascoltati,
la strage potrebbe essere benissimo
evitata, ma
prevalgono le
solite logiche economiche del
profitto,
un
"profitto"
mai comunque beffardamente mai ottenuto, perché quella
diga è
in disuso, con dentro al posto
dell'acqua un pezzo di montagna!
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