Prima di "lasciare" Cuba
per l'Africa nell'aprile del
1965,
"Anno
dell'Agricoltura", infatti, Ernesto
Che Guevara
scriverebbe una
lettera di addio non datata,
la
cosiddetta
"Carta de despedida
del
Che",
al
suo
compagno Fidel Castro, leader
maximo della
Rivoluzione
Cubana.
Fidel la renderŕ comunque
pubblica solo agli inizi
di
ottobre
dello stesso anno, alla presentazione a La Habana del Comitato
Centrale
del Partito Comunista di
Cuba,
pressato
dal dover dare
una
spiegazione
convincente
al clamoroso fatto che tra i
membri
manchi proprio chi, piů di ogni altro e di diritto,
dovrebbe far
parte dell'Organo Direzionale del
costituendo Partito
- il Comandante Ernesto Che Guevara.
Nella lettera questi
riaffermerebbe la sua solidarietŕ
con Cuba,
dichiarando
contestualmente di voler lasciare
l'isola per
andare a
"combattere altrove"
la Rivoluzione
Popolare Internazionale.
Nella parte iniziale della lettera, quindi, il
ricordo
dell'incontro con
Fidel
in Messico nel 1955, poi
il
riferimento all'abbandono
di Cuba
per
missioni
internazionaliste, le
formali dimissioni
dagli
incarichi
nella Direzione del Partito e
da tutte le responsabilitŕ
ufficiali,
addirittura la
rinuncia alla Cittadinanza
Cubana.
Un abbastanza
corposo panegirico
dell'importanza storica e
l'integritŕ
di Fidel,
qualche
preoccupazione
per la prossima
missione internazionalista,
lo
stato
d'animo
nel lasciare
fisicamente l'isola e la sua gente, amici e
famiglia, pur se rimarrŕ
sempre in lui
l'esempio di
Fidel
e del
popolo cubano,
comunque
liberati da qualsiasi
responsabilitŕ
per la sua lotta rivoluzionaria
al fianco di altri popoli oppressi.
Si potrebbe morire su questi nuovi campi di battaglia,
ma č
il
prezzo della rivoluzione e,
sapendo
moglie e figli protetti
e con
un
futuro sicuro e dignitoso,
Guevara
direbbe di essere
- nonostante
le
circostanze -
"felice cosě".
Ammirabile e bellissimo
teatrino, solo
con l'amara
consapevolezza
che
dietro questa lettera
- autentica o
costruita che sia - c'č una
cinica e dominante
"ragion
di
Stato", cioč
la piů che probabile,
anzi certa,
cacciata
del
Che
da Cuba, secondo le
condizioni
dettate dall'Unione
Sovietica, strategica sostenitrice della nuova
Cuba,
i cui
vertici, criticati aspramente da Guevara, lo pretendono
fuori dai
giochi.
Eccone
il
testo integrale:
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