Appartiene
definitivamente
al passato:
1. il modello di
una Chiesa Imperiale costantiniano-bizantina,
in cui Stato e Chiesa si armonizzavano fin
troppo bene e
pensavano di
realizzare sulla terra
il
Regno di Dio;
2. anche il modello di
una Chiesa Papale Medievale,
in cui un
monarca,
che governava in maniera teocratica,
pensava di poter
dominare assolutisticamente sulle Chiese Apostoliche d'Oriente
e sulle Chiese
d'Occidente,
anzi
sulle coscienze
di tutti gli
uomini, e
addirittura di poter dettare
i comportamenti ai
governi
civili:
una Chiesa che si fissa sul Papa
e che ancora oggi
pensa di
poter conservare il proprio potere con decreti
autoritari, con
sanzioni
disciplinari e strategie
politiche;
3. ma anche il modello di
una Chiesa Protestante
di
Stato o di
Prìncipi, in cui il
Papa
è
sostituito
dallo
Stato o dai Prìncipi e
il
sacerdozio
universale
dei
fedeli è diventato una parola
vuota
senza contenuto;
4. e infine anche il modello di
una moderna Chiesa
Burocratica
finanziariamente potente che, rifiutando
il
liberalismo e il
socialismo moderni, si è
rifugiata
nella
centralizzazione
e
nella
burocratizzazione:
un
paradigma
di chiesa solo in apparenza moderno,
ma
fondamentalmente
medieval-contro-riformistico,
quale
quello
che ha ricevuto una legittimazione
sacrale dal
Vaticano I (1870)
e che anche dopo
il
Vaticano II (1962-65)
cerca di imporsi con
mezzi
autoritari e inquisitori
e con un
nuovo codice di diritto
canonico:
sostenuto da un
culto della personalità
che fa presa
sulle
masse
e da
una politica personalistica
totalmente non
collegiale e non
democratica,
con
l'unico obiettivo
di conservare
il potere di
Roma.
No,
la Chiesa ha un futuro
soltanto
a tre
condizioni:
- se, anzitutto,
tiene presenti le sue origini
e continua
a
prendere
come norma il Vangelo, Gesù Cristo stesso.
E ciò significa:
una Chiesa intesa non
come apparato di potere o
multinazionale
religiosa che continua a
ostacolare
la
pratica del dialogo e della
democrazia, ma come
Popolo
di Dio
e come
Comunità dei
credenti;
il ministero ecclesiale
inteso non come falange, come
"potere
sacro" (= "gerarchia"), ma
come "servizio"
(= "diakonia")
reso
agli uomini;
il
Papa, non come un semidio e un
autocrate spirituale,
ma come
Vescovo-Guida, con il suo primato
pastorale
inserito
collegialmente nel Collegio dei Vescovi,
a
servizio dell'Ecumene;
- se, in secondo luogo,
mantiene
la grande Tradizione
Cattolica,
legittimata dal Vangelo (non però le molte
piccole
tradizioni
cattoliche per nulla
legittimate
dal
Vangelo):
sempre risolutamente orientata verso la
Comunità
primitiva, ma
anche stimolata
dall'apertura universale
di un Origene,
dall'impegno
personale
e dalla potenza
espressiva di
un
Agostino, dall'ideale
di povertà
e
dal
religioso
amore per la
natura
di un Francesco d'Assisi
e
dalla
apertura intellettuale
di
Tommaso d'Aquino,
ma anche
dalle
proposte autenticamente evangeliche
di Lutero
e
Calvino
e dalla vita, dalle opere, dalla lotta
e
sofferenza
cristiane di tutti
i nostri fratelli e sorelle
vissuti prima di noi;
- se, infine, in terzo luogo,
si dispone in modo nuovo
ai
compiti
del presente:
la Chiesa diventa una
Comunità Solidale di fratelli e
sorelle
che,
lungi dall'autocelebrarsi
trionfalisticamente,
fa
questa
autocritica
delle proprie enormi omissioni
in America
Latina, in Cina, in India, in
Africa e nel Primo
Mondo,
E per quanto riguarda la
Germania:
tutto il rispetto per
figure come Rupert Mayer e Edith
Stein
-
"beatificata" dal Papa in
Germania - e
per la
loro
testimonianza
cristiana sotto il
Nazional-Socialismo;
ma
motivata diffidenza
verso una tale consuetudine
ecclesiastica
che proviene dal Medioevo, se
la singola
coraggiosa resistenza,
in mezzo al generale
conformismo
ecclesiastico, viene sfruttata
per
l'autocelebrazione papale,
per la
rimozione
la
negazione della
colpa invece che per una
sua chiara
confessione.
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