"Coś
l'Italia ha lasciato
annegare 60
bambini:
in esclusiva
le telefonate del naufragio
Nave Libra, il pattugliatore della Marina Italiana,
è ad
appena un'ora e
mezzo di navigazione
da un barcone
carico di famiglie siriane che sta
affondando.
Ma per cinque ore viene lasciata in attesa
senza
ordini."
di Fabrizio Gatti
L'Espresso - 8 maggio 2017
Il pomeriggio dell'11 ottobre 2013 i comandi
militari
italiani sono preoccupati di dover poi trasferire i
profughi sulla costa
più vicina.
Coś non mettono a disposizione la loro unità,
nonostante
le numerose telefonate di soccorso e la
formale e ripetuta richiesta delle
Forze armate
maltesi di poter dare istruzioni alla
nave italiana
perché intervenga.
Il peschereccio,
partito dalla Libia
con almeno 480
persone, sta
imbarcando acqua:
era stato colpito dalle raffiche di mitra di miliziani
che su una motovedetta volevano rapinare o
sequestrare i
passeggeri, quasi tutti medici siriani.
Quel pomeriggio la Libra è tra le 19 e le 10 miglia dal
barcone.
Lampedusa è a 61
miglia.
Ma la sala operativa di Roma della Guardia costiera
ordina ai profughi di rivolgersi a
Malta che è molto
più
lontana, a 118 miglia.
Dopo cinque ore
di attesa e di inutili solleciti da
parte delle autorità maltesi
ai colleghi italiani, il
barcone si rovescia.
Muoiono 268 persone, tra cui 60
bambini.
In questo videoracconto "Il naufragio dei bambini",
L'Espresso ricostruisce la strage:
con immagini inedite, le telefonate
mai ascoltate
prima tra le Forze Armate di Malta e la Guardia
Costiera
Italiana, e le strazianti richieste di soccorso
partite dal
peschereccio.
In quattro anni, dopo le denunce dei sopravvissuti,
nessuna Procura italiana ha portato a termine le
indagini. |