|
||||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
"Nostro figlio" Alan - bambino di appena 3 anni, profugo, siriano - annegato davanti agli occhi di suo padre e del mondo insieme alla mamma e al fratellino, sulle coste turche, in un'alba di speranza del mese di settembre Anno Domini 2015, poi dal mare dolcemente adagiato a dormire su una spiaggia di conchiglie tutta per lui, restituito ai suoi sogni negati da un elemento della natura sì a volte "crudele", ma evidentemente sempre più "compassionevole" di noi... |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Il naufragio culturale dell'Europa |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Piccoli resti di umanità |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Di seguito il toccante necrologio dedicato da un'anonimo lettore australiano ad Alan Kurdi sul Sydney Morning Herald: |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
"KURDI, ALAN |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
non meritavi di annegare nel freddo dell'acqua e nel gelo della nostra umana indifferenza.
Non eri un "Migrante".
Non eri un "Profugo".
Ma semplicemente un bambino di appena 3 anni che avrebbe voluto giocare in serenità, lontano dalle insidie della violenza e della guerra.
In Cielo, continueranno a prendersi cura di te coloro che ti hanno amato, che ti hanno baciato e che hanno per questo scelto di rischiare tutto nella speranza di farti raggiungere spiagge di salvezza.
Riposa In Pace Alan Kurdi.
E possa Dio perdonarci per averti abbandonato." |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
"Oh sublime bellezza del creato!" |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
"La mattina di Ferragosto, mi sveglio colpito dal silenzio di un giorno di festa.
Tutto è fermo, l'Italia intera è ferma, e si prepara a vivere una giornata di riposo con la mente sgombra e leggera.
Mi sdraio in terrazza a leggere la fine del romanzo di Capuana, 'Il marchese di Roccaverdina'.
La storia è appassionante, un gran melodrammone, che si snoda come un romanzo rosa, a dispetto del 'verismo' teorizzato a piene mani dall'amico fraterno di Giovanni Verga.
Il caldo è clemente, almeno dalle mie parte, e nel cielo sopra le montagne si vanno ammassando nuvole nere che minacciano un temporale.
Ma la Sicilia si sa, come diceva Sciascia, è un continente, e il sole deve splendere in tutta la sua pienezza, se tanta gente ha fatto tanta strada per godersi il mare.
Sono giunto nel punto più intenso del romanzo, quello in cui Capuana descrive la pazzia del marchese, quando mi arriva un SMS.
Me lo ha inviato Linda (che è una mia carissima amica, oltre ad occuparsi della produzione dei miei film).
'Non ci puoi credere!
C'è uno sbarco sulla nostra spiaggia!
Piango!!!'
Portopalo, nella Provincia di Siracusa.
La spiaggia è quella di Morghella.
Mi metto in macchina e vado fino a lì, il lembo di terra più a sud d'Europa, il parallelo più a sud di Tunisi.
Lo spettacolo che si presenta ai miei occhi è di una struggente tristezza, è di una evocativa bellezza.
Mi fa pensare alle parole del grande Totò, marionetta gettata in una discarica, sul finire di uno dei più bei film di Pasolini: 'Oh sublime bellezza del creato!'.
A un centinaio di metri dalla spiaggia, galleggia immobile nel riverbero del sole sulle onde, un barcone.
In realtà è un peschereccio, simile a quello dei nostri pescatori, solo più largo e tondo, con le scritte in arabo sulle pareti, i disegni di rose e fiori, e a prua l'occhio di Maometto, come una benedizione.
Sopra il peschereccio, sfidando ogni legge della fisica, sono ammassati più di un centinaio di uomini, donne e bambini.
Hanno la pelle scura, dicono di venire dalla Siria e fuggono dall'inferno della guerra.
La maggior parte di loro non sa nuotare.
Agitano le braccia per chiedere aiuto.
I bagnanti sono tutti raccolti sulla banchigia, i piedi a mollo e le mani sugli occhi per pararsi dal sole e poter vedere meglio.
C'è un silenzio irreale in quel lembo di mondo, carico d'attesa e di paura.
Poi anche il tempo si rabbuia, va via il sole e si leva il vento da ponente che agita il mare e fa alzare le onde.
Il barcone ondeggia e si arena con la prua in su.
Uno dei migranti cade (o si butta) in mare e agita le braccia tra le onde che sembrano volerselo inghiottire.
Nessuno sulla banchigia dice una parola o fa un gesto, e 'la sublime bellezza del creato' che è depositata nel fondo ogni cuore, si fa largo nella mente degli uomini e delle donne in costume da bagno che stanno a guardare come ipnotizzati, e li fa muovere.
Prima un vecchio, poi una ragazza, poi un'altra ragazza, poi un giovane, un padre posa sulla sabbia il figlioletto che tiene in braccio e s'avvia anche lui.
È un attimo.
Tutto avviene in silenzio, senza enfasi.
Si forma una catena umana che dalla spiaggia arriva fino al barcone.
I giovani, i vecchi, i padri e le madri di famiglia, si passano di mano in mano le povere creature, larve di bimbi che non hanno neanche la forza di piangere, e come fagotti vengono depositati sulla sabbia.
Poi aiutano a scendere le loro madri, che si precipitano a cercare i loro figli per stringerseli al petto.
E il miracolo si compie, senza ardore né retorica, con gesti semplici e naturalezza.
Non serve fare la cronaca di quello che è successo (chi vuole può collegarsi al sito Unità.it e può 'vedere' foto e immagini riprese col telefonino da Linda).
Quello che mi preme dire è un'altra cosa: non c'è eroismo in tutto questo, non c'è retorica, non c'è buonismo e non ci sono scelte ideologiche.
C'è il cuore antico di un popolo che si risveglia, spinto dal vento che porta le parole di Papa Francesco pronunciate nel viaggio a Lampedusa, c'è soprattutto l'esempio di quest'uomo che viene 'dalla fine del mondo' che tocca nel profondo le coscienze di noi tutti e ci spinge verso luoghi di cui ci eravamo dimenticati l'esistenza.
E per finire mi si permetta di citare un altro uomo, che viene da 'un altro tempo', il nostro Presidente Giorgio Napolitano.
Il suo encomio per i bagnanti della spiaggia di Portopalo che hanno soccorso i migranti, le sue parole accorate e sincere, ci riconciliano e rafforzano in noi quella coscienza morale, quel senso da dare alle nostre vite troppo spesso smarrite nel turbinio di messaggi e di comportamenti idioti, nel cicaleccio inconcludente a cui ci ha ormai abituato una classe politica povera di idee e meschina nella difesa di interessi e corruzioni d'ogni genere.
Personalmente non conosco il nostro Presidente, ma ho conosciuto bene Pio la Torre, che era un suo amico carissimo, e questo mi basta per farmi ben sperare nel futuro."
Pasquale Scimeca, regista |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Una famiglia di emigranti italiani verso l'America un secolo fa, ancora altri "sporchi, ladri, stupratori" agli occhi degli Americani dell'epoca.
Farebbe bene ai tanti che vogliono chiudere i porti in faccia ai migranti di oggi studiare la nostra storia, recuperare questa memoria perduta, tutti quelli che non sanno, tutti quelli che fingono di non sapere, tutti quelli che troppo facilmente dimenticano chi siamo e da dove veniamo, per ritrovare il proprio senso di umanità nel soccorso e nell'ospitalità. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Il sogno - The dream |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Per chi non lo sapesse o per chi mai l'avesse dimenticato...
Il "sogno europeo" degli Africani e degli Asiatici di oggi è stato il "sogno americano" degli Italiani di ieri.
Siamo noi stessi infatti un popolo di emigranti, noi più di tutte le altre Nazioni Europee.
Specialmente a partire dagli ultimi due secoli l'Italia vive scottante sulla propria pelle il fenomeno dell'"emigrazione" e a cominciare proprio dal "Nord" - soprattutto Piemonte, Veneto e Friuli, che inizialmente ne costituiscono il 50% - poi, dopo il 1880, anche il "Sud" - con 3 milioni solo da Calabria, Campania, Puglia e Sicilia - e il resto d'Italia, interessando in totale l'equivalente dell'intera popolazione italiana censita all'unificazione d'Italia - 23 milioni!
I nostri si trasferiranno continuamente in cerca di "fortuna" praticamente in quasi tutti gli Stati Occidentali e nel Nord Africa, ma il grande "esodo" italiano avviene:
- in una prima lunga ondata tra la fine del XIX sec e gli Anni Trenta del XX sec con preponderante flusso verso le Americhe (in America del Sud verso Argentina e Brasile, in Nord America verso gli Stati Uniti d'America)
- seguita nel Secondo Dopoguerra a partire dagli Anni Cinquanta da una nuova ondata di emigrazione in Europa (Belgio, Francia, Germania e Svizzera) e verso l'Australia, ancora più lunga e non ancora terminata, anzi...
Verso l'Africa raggiunge il suo picco con la creazione da parte del Regime Fascista delle Colonie di Libia ed Eritrea, ma consistente anche verso Egitto, Tunisia, Marocco e, da ultimo, Unione Sudafricana.
"The Dream" dei nostri connazionali - nudo e crudo - anche quello spesso finito in sogni infranti da "sfruttamento" e rinnovata " povertà"! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Il sogno americano degli Italiani |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
"The American Dream" |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La New York Italiana di inizio Novecento in una strada di Little Italy, "Piccola Italia", nella parte meridionale di Manhattan, il più famoso dei "ghetti" italiani negli Stati Uniti d'America, sotto vista dai cortili - c'è molto Sud e molta Napoli in questo marasma di bucati di famiglie evidentemente numerose |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Dopo le malsopportate pene di una lunga traversata oceanica, finalmente lo sbarco in America - per molti solo l'inizio di un nuovo calvario...: la registrazione anagrafica, con regolari storpiamenti di nomi e cognomi, quindi, sotto, l'obbligatorio anche se superficiale controllo medico-sanitario a Ellis Island, un po' come alla fiera del bestiame, prima di essere lasciati entrare nel nuovo Paese |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Da ora tocca reinventarsi una vita - e torna utile l'arte di arrangiarsi con quel poco che si ha, quel poco che si sa fare e quel poco - ancora meno - che viene concesso di fare, magari cercando di sfruttare la nostalgia per la propria terra e gli affetti lasciati che mangia chi più chi meno tutti da dentro, andando a ricreare un'atmosfera amica "di casa" con una vecchia pianola a rullo, sotto, o un aorganetto da strada - rischiando così di diventare agli occhi degli altri (ironicamente qui chi da tanto chi da poco anche loro tutti immigrati!) dei "pittoreschi piagnoni" e di finire come curiosità folkloristica su una cartolina per turisti... |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Poi c'è il lavoro duro e monotono nelle fabbriche, specialmente quello schiavizzante e sottoretribuito delle donne e il loro organizzarsi nel privato, dandosi reciproco sostegno per far sopravvivere le famiglie, sotto - nasce da questo fenomeno infame, mai ad oggi debellato, tra l'altro la "festa" dell'8 marzo! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
E c'è lo sfruttamento selvaggio dei minori, se possibile ancora più abietto (che ancora oggi ne coinvolge nel mondo oltre 150 milioni!), bambini, a cui si toglie il diritto al gioco, alla scuola e quel poco di spensieratezza proprio della loro età, per metterli come piccoli animali da soma a sfinirsi ed ammalarsi per quattro soldi in ambienti malsani e pericolosi dall'alba al tramonto o ridurli fino ad espedienti estremi di pura sopravvivenza, come le tre spaesate e sporche contadinelle sotto - oltre un secolo prima nostrane proto-"vuo'cumprà" - cercando di vendere tipiche ceste fatte con le proprie mani, nel cuore di New York a frettolose dame "benestanti" fino a sera... |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Così, in un susseguirsi di mai perse speranze per lo più soffocate da una assillante quotidianità senza sbocco, le nuove generazioni di migrati si adattano all'in fondo "meno peggio" - proprio loro, che nell'immaginario collettivo degli ancora più poveri, decimati e affamati parenti, amici e conoscenti rimasti nei rispettivi paesini d'origine, per generazioni a venire rimarranno comunque i "nuovi ricchi d'America"!
Certo, alla fine, uno su milioni ce la fa, sotto, e diventa l'icona del sogno ancora "a portata di mano", quello che con tanti sacrifici e un po' di fortuna può sempre avverarsi, da un momento all'altro - anche se incomparabilmente spesso mai...
Ma non tutti accettano la delusione e la sconfitta, c'è chi nonostante tutto vuole provarci "a modo suo" (se non in un modo nell'altro!), magari prendendo le solite scorciatoie e finendo spesso male.
Si viene così a creare la finora inedita, molto più universale icona dell'Italiano "mafioso", un marchio pregiudiziale che ancora oggi continua a perseguitarci ovunque nel mondo, spesso tollerato perché buttato lì con levigati toni "scherzosi", malcamuffato in battute pur sempre di dubbio gusto ("Oh, you are Italian: spagedi, mandulin, maffia - capesce? Ah, ah, ah..." - beh, dopo un secolo ormai un monotono mantra tipo rituale mungitura di palle!) |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Un sogno che non muore mai (ma per cui spesso si muore!) |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Da noi - a parte il Ventennio Fascista - non stiamo parlando di chi "fugga" per la vita da guerre e persecuzioni: quelli si chiamano "rifugiati", umanitari o politici!
Perché il diritto di "asilo", dal Greco antico άσυλον, fa parte della nostra cultura fin dall'antichità come "consuetudine di ospitalità", già praticato da Egiziani, Greci, Romani ed Ebrei, poi tradizione occidentale come diritto umano di protezione e immunità (nella Roma antica "Asylum" la depressione tra Arx e Capitolium legata alla leggenda di Romolo, per cui a chiunque lo avesse raggiunto la nuova città avrebbe "garantito" accoglienza e protezione, cioè dato "asilo", un diritto esteso addirittura agli schiavi!).
La "Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali" - CEDU - è stata firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed è entrata in vigore il 3 settembre 1953, il "Diritto d'Asilo nell'Unione Europea" si rifà al "Regolamento Dublino II" (Regolamento CE n. 343/2003), a sostituire la precedente del 1990, la "Normativa ONU" consiste poi nell'Articolo 14 della "Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo".
No, stiamo parlando di emigrazione... "volontaria"!
Comunque anche la grande emigrazione "estera" italiana ha sempre come cause la stessa diffusa "povertà" di intere macroaree, la stessa acuta mancanza di "lavoro", la tanta voglia di "riscatto" da parte di chi sia stato troppo a lungo ignorato, umiliato o emarginato in Patria, la stessa speranza di un futuro "migliore" per i propri figli.
Per non parlare dell'altro "scandaloso" fenomeno dell'emigrazione cosiddetta "interna" già dalla seconda metà dell'Ottocento e primi del Novecento (soprattutto dagli "irredenti" Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia), poi durante il Secondo Dopoguerra, Anni Cinquanta e Sessanta, quella dalle "campagne" alle "città" e quella altrettanto epocale dal "Sud" al "Nord", verso le città industriali.
Solo in Stati Uniti d'America, Brasile e Argentina vivono attualmente circa 80 milioni di oriundi italiani, molti di più degli Italiani in Italia (nel piccolo Uruguay addirittura ben oltre il 40% della popolazione è di discendenza italiana).
Per non finire a riparlare di quella mezza "Nord" Italia che è e rimane notoriamente "terrona"!... |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Una volta i corpi allineati a terra dei migranti annegati erano anche di Italiani, come nel 1906 al naufragio del piroscafo "Sirio" che, salpato da Genova il 2 agosto per il Brasile, Uruguay e Argentina, solo due giorni dopo, navigando a tutta forza di fronte a del Capo Palos a Cartagena, sulla costa mediterranea della Spagna, si incaglia, sbalzando violentemente con la prua e inabissandosi a poppa: nel panico generale saranno oltre 500 le vittime.
Oggi decine di migliaia di nuovi migranti muoiono ancora tentando di raggiungere clandestinamente l'Unione Europea, soprattutto vittime di naufragi nell'intero Mediterraneo, da Est ad Ovest: nel drammatico 3 ottobre 2013, al largo di Lampedusa, perdono la vita 368 delle circa 500 persone stipate su quel maledetto barcone, molte delle quali, come racconteranno i testimoni, bambini vestiti a festa, la festa per una nuova vita, lontano da guerre, persecuzioni, fame e povertà... |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
"Nella viva speranza di una qualche spontanea e salutare riflessione..." |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Siamo tutti "migranti"! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
"L'umanità non ha 'radici', ma piedi e gambe che usa da sempre per andare altrove!" |
||||||||||||||||||
V |
||||||||||||||||||
V |
||||||||||||||||||
Affrontare ad occhi aperti il tema della migrazione non è facile, ci "sconvolge", ci "spaventa", meglio restare nei luoghi "comuni", nella paura "irrazionale" e nel "pre-giudizio":
"Rimandiamoli tutti a casa loro!"
La verità è che - in un modo o nell'altro - siamo tutti "migranti" da sempre e che epici "spostamenti" per terra e per mare "caratterizzano" la storia umana per centinaia di millenni e lo faranno millenni a venire... sempre che "sopravviveremo" a tutto il male che siamo facendo a noi stessi e al nostro ambiente.
Da intere popolazioni, trasmigrazioni "di massa" su lunghissime rotte, fino a trasferimenti "territoriali", abitanti di "piccole" realtà locali o addirittura "singoli" nuclei familiari.
È fenomeno di sempre, l'Homo Sapiens dall'Africa Centrale verso il resto del Continente e del Pianeta, i grandi flussi "preistorici" da Oriente fino all'Oceano Atlantico e ritorno, poi, in tempi "storici", migrazioni "bibliche", invasioni "barbariche", all'interno dell'Europa, verso le Americhe e l'Australia, in cerca di "libertà", di "lavoro", di asilo "politico" o protezione "umana", fuggendo da "povertà", "fame", calamità "naturali", "guerre", contrapposizioni
"etniche",
persecuzioni "religiose"... Migrazioni a volte con conseguenze "disastrose" e "drammatiche" nei Paesi di destinazione, come nel caso dell'emigrazione per lo più "europea" verso le "Americhe", che vi cancella più del 90% delle popolazioni "indigene", o verso l'"Australia", dove gli "Aborigeni" rimangono vittime di altro "genocidio", verso la "Palestina", con Ebrei "di ritorno a casa" destinano a "profughi" tre quarti della popolazione "palestinese".
Oggi, nella maggior parte dei casi, l'"immigrazione" non ha tali conseguenze "distruttive" sui Paesi che "accolgono", al contrario a rischio sono gli "immigrati", "vittime" di violenza "razzista" ed "abusi" di ogni tipo, nonostante venga loro riconosciuto lo status di rifugiato "politico" o dato un permesso "umanitario", perché "perseguitati" nel loro Paese d'origine, o, residenti da lungo tempo, facciano parte di una "minoranza".
Anche se l'ignoranza alla base del razzismo non glielo riconosce, l'immigrazione è di fatto una grande "ricchezza" e gli "immigrati" portano al nuovo Paese contributi tanto quantitativo-"economici" quanto qualitativo-"culturali", molti di loro integrandovi e sviluppandovi le proprie "competenze", fino a diventare figure di spicco in "politica", negli "sport" e nelle "arti".
Molti Paesi pongono però "restrizioni" all'afflusso di "immigrati", a meno che non siano "ricchi", riservando calda accoglienza ad uomini "d'affari" stranieri in cerca di opportunità di "investimento", idem a "potenti", che vi possono "risiedere" liberamente, e a "capitali" e "merci", che vi possono "circolare" liberamente, attribuendogli un "valore" di gran lunga superiore a quello delle persone...
Solo ai "poveri" si dice no, ricacciandoli fuori dai confini, ma fino a quando i "poveri" del mondo saranno condannati alla "disperazione" da un sistema internazionale controllato dai "ricchi", i Paesi industrializzati avranno il dovere "morale" di accogliere tutti quelli che loro stessi hanno reso "poveri".
Ci impressionano e preoccupano i "barconi" e i "gommoni" che attraccano alle coste italiane stracolmi di "extra"-comunitari che "minacceranno" i posti di lavoro, ma sarebbe bene prima guardare allo scenario della migrazione "interna" europea, dove sono decine e decine di milioni i "migranti" insediati in altri Paesi dell'Unione Europea che il proprio.
Anche se i numeri vengono spesso "dilatati" da politici e fanatici per motivi puramente "ideologici", al confronto gli extra- comunitari "regolari" non ne sono che una minoranza "marginale", cosiddetti "clandestini" inclusi, questi ultimi comunque i più economicamente "sfruttati" soprattutto nell'agricoltura, di fatto i veri nuovi "schiavi".
Alle "radici" del fenomeno migratorio esistono sempre ben "identificabili" cause, che "spingono" ad emigrare, non certo lo spirito di "avventura" o la "scarsa" volontà di lavorare nel proprio Paese.
Le odierne migrazioni non sono l'affermazione di un "diritto" ad emigrare, piuttosto il "disperato" tentativo di "sopravvivere" a situazioni di miseria e di rischio per la vita, la cui "responsabilità" va ascritta proprio alla "globalizzazione" del sistema "capitalistico" occidentale, il modello "1-99%", "patrimonialmente" parlando, o l'altro modello "20%" di "privilegiati" che consumano l'"80%" delle "risorse" disponibili, con "ricchi" che diventano sempre più ricchi e "poveri" sempre più poveri.
Questi "poveri" però non sono "bestie" né "oggetti", ma "umani", "persone", non raramente con tanto di titoli di studio e curriculum, che per "drammatiche" ragioni, "economiche" e "sociali" - "impoverimento" di grandi aree del Terzo Mondo e crescente "disparità" di reddito rispetto ai Paesi sviluppati - hanno necessità di "sopravvivenza", spesso "esasperate" da ragioni di tipo "ecologico", "politico" e "culturale". |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La IOM - International Organization for Migration, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, fondata nel 1951, è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio a livello mondiale.
Offre sul suo sito internazionale una mappa interattiva per aiutarci a capire i flussi migratori da e per ciascun Paese del mondo, Italia inclusa, chiamata "Where we're from" ossia "Da dove veniamo".
Vi si possono facilmente studiare i flussi migratori da e verso ciascun Paese del mondo, secondo gli dati diffusi dalla Banca Mondiale ed elaborati dalla IOM.
Istruzioni per l'uso:
1. In alto a sinistra, scegliere la direzione del flusso cliccando su:
- IN, "A", per informazioni sui migranti da tutto il mondo verso un certo Paese, loro destinazione
oppure
- OUT, "DA", per informazioni sui migranti da un certo Paese, loro punto di partenza, verso il resto del mondo.
2. Cliccare quindi sulla carta il Paese che interessa indagare, i cui confini si evidenzieranno di giallo:
- in caso di immigrazione (IN), i rispettivi nuclei di migranti si trasferiranno automaticamente dai rispettivi Paesi di origine a quello di destinazione;
- in caso di emigrazione (OUT), al contrario i rispettivi nuclei di migranti si trasferiranno dal Paese di origine verso i Paesi di destinazione nel mondo.
Sarà possibile leggere il numero di migranti da/verso ciascun Paese passando con il cursore o sopra i nuclei stessi (il rispettivo Paese di provenienza si colorerà automaticamente sulla carta), o direttamente sui rispettivi Paesi di provenienza. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Siamo tutti "Africani"! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
V |
||||||||||||||||||
Da sempre attraverso il fenomeno della "migrazione" gli esseri "viventi" si "diffondono" nell'ambiente naturale del Pianeta, così nel caso del genere "Homo", un "primate" della famiglia "Hominidae", il quale si "espande" progressivamente sull'intera superficie terrestre e la cui unica specie oggi vivente è l'Homo "Sapiens", nella sua subspecie Homo Sapiens "Sapiens".
La comparsa della specie Homo Sapiens Linnaeus, 1758, ha "documentatamente" luogo nell'Africa Orientale e la sua "diversificazione" avviene a partire dal "Paleolitico" Medio, circa 200 mila anni fa, più precisamente lungo la valle del Fiume Omo in Etiopia e sicuramente 195 mila anni fa, con una "tolleranza" di datazione di appena ± 5 mila anni.
È quindi dall'Africa che la prima grande "migrazione" umana ha inizio almeno circa 85-65 mila anni fa, in coincidenza con una drastica "riduzione" della popolazione le cui "cause" sono tuttora da definire, molto probabilmente di origine "climatica".
"Parte" della specie si avvia dunque lungo una prima rotta "migratoria", che utilizza un "unico" cosiddetto "corridoio" medio- orientale, da cui tre "distinti" percorsi si differenziano rispettivamente prima verso "Oriente", poi "Occidente" e da ultimo "Settentrione", i quali porteranno nel tempo alla "colonizzazione" dell'intero Pianeta.
Oggi da mappe chiare ed attendibili del nostro passato collettivo sappiamo per certo che molto semplicemente tutti noi esseri "umani" abbiamo un'origine "africana".
Ogni pseudo-polemica su "evoluzione" e selezione "naturale" non può ormai che risultare "viziosa" e "faziosa", quindi l'ultimo "appiglio" per chi vi si opponga rimane piuttosto l'"accuratezza" della datazione.
Ma qualsivoglia la "tecnica" di datazione della nostra storia comune ovvero della nostra comune "umanità", le eventuali "differenze" di valutazione dell'età di fossili non possono far "negare" il processo evolutivo di selezione naturale in sé. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
L'evoluzione di tutti gli esseri viventi, noi "umani" inclusi, non richiede alcuna spiegazione "soprannaturale" né "divinità" né miti di una "creazione".
La nostra "evoluzione" rimane entro i confini del mondo "naturale" ed inizia in un "luogo" ben preciso:
"Siamo tutti 'Africani'!" |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Siamo tutti "Africani"! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La mappa delle migrazioni dell'Homo Sapiens basata sull'analisi dei cosiddetti "aplogruppi mitocondriali" umani - dal Greco απλούς, haploûs, "unico o semplice" - ciascuno dei quali presenta mutamenti evolutivi "specifici" del singolo nucleotide rispetto ad un "comune" ceppo genetico ancestrale.
In genetica umana i DNA più studiati sono quello del cromosoma Y o "Y-DNA" e quello "mitocondriale" o "mtDNA", utilizzati per definire le popolazioni genetiche: "Y-DNA" viene trasmesso solo attraverso l'eredità "paterna" - da padre a figlio, mentre "mtDNA" attraverso quella materna - dalla "madre" ai figli di ambo i sessi, e possono cambiare solo attraverso "mutazione".
I numeri nella mappa rappresentano "migliaia" di anni, mentre le lettere gli "aplogruppi", dai più antichi A, B e così via in ordine alfabetico, dove "Cromosoma Y Adamo" è il "maschio" più recente antenato patrilineare comune ed "Eva mitocondriale" la "femmina" più recente antenata matrilineare comune: Africani L, L1, L2 e L3 - Vicino Orientali J e N - Sud Europei J e K - Europei H e V - Nord Europei T, U e X - Asiatici: A, B, C, D, E, F e G (M è composta da C, D, E e G) e Nativi Americani A, B, C, D e a volte X.
Le tre maggiori fasi "migratorie" iniziano quindi partendo TUTTE dal Continente Africano ben oltre 100 mila anni fa, passando circa 70 mila anni fa in Asia, raggiungendo oltre 50 mila anni l'Australia, popolando l'Europa circa 40 mila anni fa e raggiungendo soltanto dai 30 ai 10 mila anni fa progressivamente le Americhe, da Nord a Sud. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
L'avventura umana è tutta un esodo |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Da sempre! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La scienza che studia l'"evoluzione" e la "diffusione" degli esseri "viventi" in un lontano passato "geologico" nei rispettivi "ambienti" naturali viene chiamata "pale-ontologia", dal Greco παλαiός, palaiòs, "antico", οντος, òntos, "essere", e λόγος, lògos, "studio", letteralmente dunque "studio dell'essere antico".
Questo avviene attraverso lo studio dei "fossili", l'analisi "stratigrafica" di suolo e sottosuolo e comparazioni "anatomiche", quindi investigazioni sia geologiche che biologiche, ma "ignorando" del tutto eventuali "manufatti" umani.
Lo studio specifico dei resti fossili "umani" è affidato invece alla "paleo"-antropologia e dei "reperti" prodotti dall'uomo all'"archeologia", di fatto attraverso ricerche sempre più "interdisciplinari".
Gli studi "paleontologici" si avvalgono oggi di "tecniche" di altre discipline scientifiche come "biochimica", "matematica" e "ingegneria", e "metodologie" integrate che vanno da classiche "ricerche" sul campo a "simulazioni" sperimentali di tipo "antropologico" e "socio-culturale", in particolare studi "linguistici" relazionati, quelli del genoma "mitocondriale" trasmesso "matrilinearmente" e del genoma del "cromosoma Y", "patrilineare", in altre parole la "parentela" genetica lungo le linee "ereditarie", "materne" e "paterne" nel loro "contesto" socio- culturale.
Scientificamente "provato" è che l'essere umano "esca" dalla "nicchia" ecologica principale dei "primati", prevalentemente "tropicale", già 2 milioni e 600 mila anni fa.
La "diffusione" dell'"Umano" in senso lato, ovvero dei nostri progenitori ominidi dall'Africa avviene all'inizio dell'Era Quaternaria (i primi membri del genere Homo, cioè Homo Ergaster, Homo Erectus e Homo Heidelbergensis, circa 2 milioni di anni fa, fuori dall'Africa durante il "Pleistocene" Inferiore), e dell'umano "moderno" o Homo Sapiens soprattutto nella "Preistoria", vanno a convalidare le due teorie "Out of Africa I" e "Out of Africa II", rispettivamente relative all'esodo in una prima "ondata" di Homo Erectus ed una seconda "ondata" di Homo Sapiens. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La mappa delle migrazioni dell'Homo Sapiens basata sull'analisi dei cosiddetti "aplogruppi del cromosoma Y" umani, la quale conferma nei suoi tratti generali le rotte e le fasi migratorie già determinate in base al DNA mitocondriale |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Imbarcazioni come questi cosiddetti "barconi della morte" (qui fotografati dagli elicotteri dei soccorritori), gommoni e obsoleti percherecci solcano quasi quotidianamente il Mediterraneo Centrale, Occidentale e Orientale stipati all'impossibile, non di rado con fino a 800-1000 persone a bordo - uomini, donne e bambini che per lo più vi salgono credendo di potersi lasciare alle spalle storie di violenza, oppressione e guerra, sperando in affatto garantita sopravvivenza e spesso illusoria sicurezza, "pace", addirittura "benessere" e "libertà" per sé e per i propri cari, un "futuro" degno di questo nome |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
"The Migrants' Files" |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
"The Migrants' Files" o, in Italiano, "La documentazione sui Migranti", costituisce una prima base di "dati" statistici "incrociati" sul fenomeno della "migrazione" a partire dal 2000, soprattutto, al riguardo dei migranti che "muoiono nel tentativo" di raggiungere il nostro Continente.
Pur essendo la "migliore" fonte dati al riguardo finora, rimane sempre "incompleta", sia perché il conteggio parte solo dal 2000, ma anche perché di moltissimi piccoli e grandi "naufragi" - probabilmente "i più" - non si sa "nulla" e non se ne verrà neppure "mai" a conoscenza, quindi decine e decine di migliaia di "vittime", "statisticamente" parlando in un numero paragonabile ad almeno la "metà" di quello delle "accertate", non saranno mai "documentate" né, tantomeno quindi, "registrate".
Da ciò si può ragionevolmente dedurre "per stima" attraverso calcolo matematico come tra il 2000 e il 2013 siano morti circa 25 mila "migranti" nel tentativo di raggiungere l'Europa, principalmente o soltanto "via mare", cioè ben il 50 per cento "in più" di quanto finora divulgato.
Una strage "annunciata" e "senza fine", con "taciute" o "zittite" caratteristiche da "conflitto armato", sia per estensione "spazio- temporale" del fenomeno e sue implicazioni "geo-politiche" che per quel bilancio decisamente "da guerra" riguardo al numero di morti. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Le rotte della morte |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La tratta più pericolosa è senza dubbio quella delle acque del Mediterraneo tra Africa e Italia, nello specifico tra le coste libiche e l'Isola di Lampedusa, un vero e proprio "cimitero sommerso".
Il tasso di "mortalità" (morti e "dispersi") raggiunge qui livelli "superiori" a quelli delle rotte "alternative", sia "orientali", fra Grecia e Turchia, che "occidentali", fra Africa e Spagna. |
||||||||||||||||||
V |
||||||||||||||||||
V |
||||||||||||||||||
V |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Questi i tristi tracciati delle tragedie migratorie degli ultimi 15 anni, rotte di ordinario orrore: sulla mappa i cerchi "rossi" identificano le "zone" (soprattutto "di mare", ma alcune anche "di terra") teatro di "naufragi" o altri incidenti "mortali" che coinvolgono migranti, mentre il "diametro" di ciascun cerchio è "proporzionale" al numero di morti e dispersi in quella specifica zona geografica |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||