"'La legge del mare':
così la Marina ha lasciato affondare
il barcone dei bambini
[...]
in esclusiva tutte le comunicazioni, mai ascoltate
prima,
con cui il Comando in Capo
della Marina
Militare impedisce a Nave Libra di andare a
soccorrere un barcone con 480 profughi siriani a
bordo, tra cui cento
bambini."
di Fabrizio Gatti
L'Espresso
- 5 giugno 2017
Durante le cinque ore di inutile
attesa, il
Pattugliatore italiano è ad
appena 15 miglia, circa
un'ora di
navigazione, dal peschereccio che sta
affondando per essere stato
colpito dalle raffiche di
mitra di una motovedetta libica.
Ma il CINCNAV, la Centrale
Operativa dello
Stato
Maggiore di Roma, ordina al Tenente di Vascello
Catia Pellegrino, comandante della Libra, di
allontanarsi
e
"non farsi vedere".
La Comandante Pellegrino è tra i
quattro Ufficiali
della Marina e della
Guardia Costiera indagati per
omicidio con dolo eventuale,
con provvedimento
coatto del Tribunale di Agrigento che pochi giorni fa
ha
trasmesso l'inchiesta alla Procura di Roma.
Da quello che
risulta dalle indagini, però, a
differenza degli altri Ufficiali della
Sala Operativa
della Marina e della Guardia Costiera,
Catia
Pellegrino
non è stata informata delle reali
condizioni di pericolo a bordo del
barcone.
Su questo naufragio, nel quale l'11 ottobre 2013
sono morte 268 persone
tra cui 60 bambini, il
17 maggio scorso
la Marina Militare ha fornito al
Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e alla Camera
dei Deputati
una
versione dei fatti non
corrispondente al
vero.
La registrazione delle comunicazioni tra i
Comandanti in
servizio quel giorno rivela oggi cosa
è realmente successo.
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