Purtroppo peṛ dietro le quinte

 

                                   

   accade l'"impensabile"...

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

"Pinotti:

'Da Italiana mi scuso con quei padri,

il naufragio gestito

in modo burocratico'

 

 

La Ministra della Difesa e l'inchiesta 'Un unico

destino', che racconta la strage dell'11 ottobre

2013.

 

'Difendo la Marina Militare nel suo complesso

ma bisogna chiarire le responsabilità personali.'"

 

 

di Gianluca Di Feo

La Repubblica - 14 ottobre 2017

 

 

 

"È una storia terribile.

 

 

Raccontata con una compostezza che rende

ancora più forte il dolore e lo strazio che hanno

sopportato questi padri nel vedere morire i loro

bambini.

 

Ed è terribile che loro abbiano cercato soccorso per

oltre quattro ore - secondo quanto si descrive nel

filmato - e che questo soccorso non sia arrivato."

 

 

Roberta Pinotti è commossa e turbata.

 

Ha appena finito di vedere "Un unico destino", il

documentario che racconta il dramma di tre padri,

partiti dalla Siria per salvare le loro famiglie, che

hanno assistito impotenti alla morte in mare dei loro

cari.

 

Un film di Fabrizio Gatti, prodotto da "Repubblica" e

"L'Espresso" con "42° Parallelo", che andrà in onda

domani sera su "Sky Atlantic" e "Sky Tg24".

 

 

Ci sono le registrazioni delle telefonate in cui

chiedono aiuto all'Italia e a Malta:

 

"Vi prego aiutateci, ci sono cento bambini e cento

donne, stiamo morendo!"

 

 

C'è una nave della nostra Marina che li potrebbe

raggiungere in 40 minuti.

 

E a cui viene ordinato di non fare nulla:

 

"Non deve stare tra i coglioni", intimano dal

Comando Centrale.

 

 

Nel naufragio hanno perso la vita 268 persone, tra

cui 60 bambini.

 

In quell'ottobre 2013 Roberta Pinotti non era ancora

Ministro della Difesa, ma non si sottrae alle

domande.

 

 

"Va fatta chiarezza.

 

 

È una vicenda che la Magistratura sta cercando di

definire, ci sono state già delle indagini condotte

dalle Procure di Agrigento e di Roma che hanno

chiesto l'archiviazione.

 

Il GIP romano ha domandato degli approfondimenti e

io posso dire che avrà la massima collaborazione e la

massima trasparenza da parte del Ministero che

rappresento.

 

 

Ovviamente sarebbe un errore grave pensare di

incolpare la Marina Militare nel suo complesso ma

bisogna capire se ci sono delle responsabilità

personali:

non riesco a spiegarmi perché quella nave sia stata

lasciata senza soccorso per coś tante ore."

 

In quel momento il mare tra Libia e Sicilia era diviso

in zone di competenza tra noi e Malta.

 

 

Ma al di fuori delle responsabilità penali, c'è la

domanda che pone uno di quei padri:

 

"Le Autorità Italiane ci convincano di averci trattato

come esseri umani".

 

Mentre nelle comunicazioni tra Marina e Capitaneria

il destino di 480 persone viene discusso come se

fosse una pratica d'ufficio.