madre di misteri

[nei sotterranei della mente

anche un barlume illumina]

 

 

nel DNA d'ogni mia parola

inequivocabilmente io

e non affatto strano

più che genitore figlio

 

parole belle buone scrupolose adatte

spontanee amorose timide risentite

aspre rabbiose illegittime fuori posto

(alcune proprio ostinatamente ribelli)

 

 

capita che pensi dica o scriva cose

che lì per lì credo di capire

poi cerco di ricordarmele riascoltando

vado a rileggermi una dieci cento volte

 

oppure mi ritrovo senza preavviso

sfrattato e abbandonato da me e da loro

solo con un rifiuto ostico da ingoiare

eppure parte del mio amore strano

 

 

la parola porta con sé mistero

di una sua vita tutta da rispettare

non so né bisogno saperlo vedere

io lo sento distintamente mi attrae

 

se mi ricordo mi risento mi rileggo

allora istintivamente scavo scavo

non per capire ma saperne un po' di più

almeno i perché lontani

 

 

multiformi tessere anonime

apparentemente insignificanti sole sole

flemmi o spedite si cercano

trovano contesto una con l'altra e ancora

 

mi sorprende scoccia mi fa serio penso

quando comincio a capirla

succede perfino che ne rida a crepapelle

tanto mi somiglia la piccola diavola

 

 

non servo io a guidarle al loro posto

conoscono fin troppo bene la strada

in ordinata fila indiana una dopo l'altra

paffete! si defragmentizzano

 

caleidoscopiche piccole immagini di me

senza riguardo pietoso di belletto

si mostrano veloci rinascondono

in successo e fallimento mi ci riconosco