Fascio littorio etrusco
Simbolo di potere condiviso
in ciascuna Lega delle tre Dodecapoli
Dodici Città-Stato indipendenti
unite federativamente
Simbolo di unità paritaria
non di superiorità
Come moltissimo altro, anche
il "fascio littorio" è etrusco non
romano - testimoniato dal
ritrovamento di Isidoro Falchi, medico e
archeologo autodidatta, nel 1898 a Vetulonia, in
quella tomba poi detta appunto
"Tomba del Littore" databile al 600 aC - composto da
dodici verghe di ferro
fasciate insieme strette intorno al sigillo di un'ascia sacra a
doppio
tagliente da cerimoniale religioso.
La sua indiscutibile origine etrusca
- come del resto oltre il 90% di tutta la cultura
cosiddetta "romana", quindi
simbologie rubate dal Regime incluse - di grandissimo
imbarazzo al
peggiore dei Fascismi, delle Leggi "Razziali", gli ideologi considerando
convintamente gli Etruschi di razza "non-ariana":
Fascismo autonegazionista e primo
anti-fascista - vacci un po' a capire!...
La λάβρυς, lábrys, in
Lidio - πέλεκυς, pélekys, in Greco antico, in Latino
bipennis - ascia
bipenne,
scure a due lame, già simbolo minoico di potere, il suo utilizzo arcaico da
media Età
del Bronzo, presente in arte e mitologia cretese, tracia, nuragica, greca e
bizantina, di forte simbolismo religioso e mitologico in molte delle Culture
Africane, ma
non - altra grande bufala - in quelle Nord-Europee, come la
popolarmente detta
"vichinga" di Norreni e Scandinavi.
Il suo dominante significato
religioso la fa arma sacrificale o cerimoniale, anche di fatto
la più affilata e fra
le più pesanti di tutta l'Età del Bronzo, suggerendone un'origine
come arma da
combattimento, capace cioè di squarciare le prime rudimentali
armature,
in seguito trovata la più adatta a un uso "sacrificale",
compatibilmente alla
decapitazione con unico colpo di animali di grossa taglia, tori e
cavalli.
Un simbolismo sacro legato a divinità
femminili minoiche, come la "Grande Madre",
numerosi i reperti nel
Palazzo di Cnosso quale strumento legato a riti e sacrifici, da cui
il nome
stesso di "labirinto", "Palazzo delle labrys".
Esattamente questo simbolismo
originario verrà poi ripreso negli Anni Settanta del
secolo corso dal
Movimento Lesbico per l'indipendenza ed autosufficienza della donna.
Che poi sia stato inoltre utilizzato
in Italia dall'organizzazione terroristica neofascista
"Ordine Nuovo", non ne
trapela - ovvio - orientamenti sessuali, la dice solo lunga sulla
superficiale
inconsistenza del loro mitismo. |