la vedo nera

[terrorismo mediatico di Stato]

 

 

quale più distorta e svilente

immagine di sé in un mondo di pochezza

stracolmo solo di passerelle nostrane

puntuali cronache di morti ammazzati

e spruzzate di futilità a ca(zz)so?

 

 

lente d'ingrandimento e megafono

a intasare di più etere-fogna e menti

con scoregge per forza di politicanti

stimolati proprio da camere e microfoni

tanto per far altro rumore

 

lunghe liste con nomi cognomi indirizzi

peli nel naso e altrove e numero di scarpa

gente fatta a pezzi da perversi o malati

elevando a morbosa sociale rilevanza

casi isolati di tragedie familiari

 

apocalissi epidemie e disastri gonfiati

oltre i limiti di sopportazione psicologica

addolciti da quel chi s'accoppia e scoppia

con notiziola finale curiosa o comica

per rifarsi occhi e orecchie martoriati

 

 

redazioscurati a monte interi continenti

i fatti di restanti otto miliardi di persone

oltraggiosa indifferenza per il mondo

la sua quotidianità di tragedie reali guerre

sempre ingiustizie lotte culture progressi

 

monoculare visione ombelicale di paese

ripiegato su sé stesso e lì tenuto a bada

sotto una cappa di stronzate ansiogene

perennemente preso per il culo e le palle

coi paraocchi da coglione bastonato

 

clima di surreale circolo vizioso

di un popolazzo ormai cotto e stracotto

sempre più disposto a lasciarsi ingozzare

di pernacchie delitti mostri e aria fritta 

in consolidata dipendenza da fecalità

 

 

(salvo regolari schermate schizofreniche

da spazi alieni di una società taciuta

pause a tradimento lungo la transumanza

incolpanti gli inviti a elemosine liberatorie

mercimoni ottopermille il bimbo piange...)