Cisco e la Casa del Vento

"Carne da cannone"

 

dall'album "900 novecento"

Mescal, 2001

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

carne da macello

[vera guerra delle guerre fra

ideale di società d'umani liberi

uguali e felici e deumanizzante

sempre più disumanizzata

mandria del consumismo l'arma

più letale manipolazione e

distrazione di massa fino a

distruzione dell'individuo-

persona con un ininterrotto

in-trattenimento dal pensare e

dall'agire con la propria testa al

di fuori del recinto di mercimoni]

 

 

figli di mezzanotte

il sole è alto e ancora lo sarà

sempre giovane la notte 

svegliatevi e diamoci una mossa!

 

fuggite gli incubi indotti

da politiche tutto meno che democratiche

questo continuo retromarcia sui diritti

riprendiamoci i nostri sogni!

 

 

un'altra società (giusta)

un'altra gestione pubblica (semplice)

un'altra giustizia (vera)

un'altra sanità (efficiente)

 

un'altra scuola (per la vita)

un'altro approccio (economico/ecologico)

un'altra convivenza ("umana" = da umani) 

una vita migliore (dignitosa e degna)

 

 

tutto è possibile - anzi doveroso

basta costruirlo insieme!

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

... ma attenzione

a non (ri)caderci!

 

 

Carissimi più giovani e giovanissimi compagni di viaggio,

 

 

mentre a ragione ci criticate duramente su tutto, imparate anche però dai nostri così

tragici errori che vi hanno depredato di futuro, per i quali mai abbastanza potremo

chiedervi perdono, evitando voi stessi di diventare le misere marionette a cui ci hanno

asservito.

 

Questi nuovi nomi delle generazioni, che tanto acriticamente usate e noi sulla vostra

scia, sono esempio eccellente della trappola di un capitalismo che ammalia, deforma e

assoggetta le nostre menti e i comporta-menti.

 

 

Non sono affatto frutto di un gergo che nasce dal basso, piuttosto etichette introdotte

da propaganda politica e pubblicità aziendale, marketing che noi "pubblico" categorizza

in termini di "potenziali" elettori e consumatori, visti esclusivamente come target

ideologico e commerciale, da manipolare creando slogan, mode e trend, immagini

artificiose di stili di vita falsi per farceli adottare.

 

Chi ha potere ci orienta così verso "modelli" di società che questo o quel partito dice,

troppo spesso millanta, di rappresentare, ma alla fine e soprattutto per mantenere il

corrotto e corrompente status quo sociale di un mondo palesemente iniquo e auto-

distruttivo in cui la felicità si possa comprare per soldi.

 

 

Un totale mercimonio globale in cui "bisogni" indotti e non reali ci fanno desiderare di

quanto più inutile e superfluo, nell'illusione di una vita facile venendo socialmente

accettati e inclusi perché omologati a tutti gli altri in una massa omogenea.

 

Il machiavellico nel messaggio è che se io e ciascuno si comporta come ci fanno

credere che "tutti gli altri" agiscano, davvero tutti gli altri finiranno col fare come me -

ingegnosa la trappola, suadenti i ritornelli, teatrino di sempre, tutta una giostra di soldi

che gira e gira e gira: solite cazzate!

 

Sii te stessa e stesso - non fare "come tutti gli altri" o alla fine tutti faranno come te...

 

 

Voi che l'Inglese dovreste ormai masticarlo, "target" non significa altro che "bersaglio",

qualcosa o qualcuno da colpire e abbattere, ci selezionano segmentandoci quasi

fossimo bestiame non umani, chi può dare "più latte" e chi meno.

 

Ci identificano come "clienti" politici e commerciali a cui dare la caccia, destinatari di

semplicistiche ricette, prodotti industriali e servizi tra cui  quelli base che dovrebbe

essere lo Stato a darci in cambio di tasse pagate, ingabbiandoci per età, reddito,

cultura, interessi, composizione familiare, tutti dati che siamo noi stessi a fornirgli in

primo luogo sui social media.

 

 

"Dati demografici" appunto, età, genere, reddito, stato civile, occupazione, settore e

livello di istruzione, tanto per capire quanto possono "mungerci", poi "localizzazione"

geografica datagli col telefonino, continente, nazione, regione, provincia, città,

quartiere, paese, ormai superflua per attività on line e siti di e-commerce ma cruciale

per tutto il resto d'offerta "locale".

 

Sanno di noi quasi più che noi stessi, ci lavorano su spulciando i nostri argomenti di

interesse, attività, tempo libero, sport, hobby, frequentazionie addirittura classificando i

nostri atteggiamenti politici e sociali, le nostre personali opinioni su tematiche sensibili

di inclusività sociale, grado di presenza e partecipazione sui social e quali, fragilità al

giudizio altrui, sostenibilità e tutela dell'ambiene, spreco e riuso, giudizi e pregiudizi...

 

 

Tutto messo volontariamente o inconsapevolmente nelle loro mani da noi, in ritorno

doppi bersagli prima di ondate "preparatorie" di comunicazione per poterci cuocere a

puntino con attività promozionali e di pubblicità, e poi di dirette azioni di marketing,

chirurgicamente mirate allo specifico gruppo di pubblico a cui apparteniamo,

particolarmente interessato a, cioè  pronto a recepire, giusto quel messaggio politico,

quel prodotto e servizio di volta in volta proposti.

 

È proprio qui che entrano in gioco le "gabbie" delle generazioni, i Boomers, Generation

X, Y, Z e Alfa, noi oggetto di "strategie" che nulla hanno a che vedere con i nostri

bisogni "reali" né con la ricercata felicità "personale", unicamente applicate al profilo di

partito e modello di impresa, utile per il raggiungimento dei "loro" immediati e

lungimiranti obiettivi siano essi di potere politico o dominio commerciale...

 

 

Voi che vi reputate e spesso siete più informati, coscienti, responsabili e indipendenti

di noi, voi che a milioni invadete oggi le piazze del mondo per protestare e chiedere

dovuto ascolto politico alle vostre istanze in ambito sociale, ecologico e giuridico,

tenete tutto questo a mente.

 

La vera rivoluzione oggi è - e sarà ancor più domani - rimanere voi stessi, giovani,

entusiasti e ribelli anche una volta "adulti", evitando al di là di chiacchiere

intellettualistiche il nostro grande errore di più o meno passivo adattamento alle

lusinghe e le pressioni del sistema nei fatti.

 

 

Credo in voi come e più che in me stesso, perché io sono l'oggi passato e voi quello

futuro, continuare nonostante tutto a credere nell'essere umano, in voi e nell'altro,

questo è rivoluzionario, perché ogni rivoluzione collettiva inizia sempre da me

individuo, più che dai miei pensieri e le parole dai miei comportamenti.

 

Anche attraverso voi questa, l'unica e autentica rivoluzione continuerà a vivere come il

fiore che non muore mai, di generazione in generazione, quindi a voi, a me e a tutti i

migliori augurî di buon proseguimento nel nostro cammino personale e sociale!

 

 

Vostro fratello e per ancora un po' compagno di viaggio

Luciano, nome di battaglia LucΨfer, boomer

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

A chi non aggiornato

possa interessare un approfondimento

 

 

Le "etichette" date dal mercato statunitense alle recenti generazioni vengono oggi

comunemente adottate in ambito scientifico mondiale dalla sociologia, anche se con

notevoli differenze di interpretazione ed utilizzo, dunque non fa certo male imparare a

conoscerle più correttamente.

 

 

La Generazione Z o abbreviata a "Gen Z" o "iGen" (dai prodotti Apple) è chiamata a

volte "Centennials" (di fine secolo), "Digitarians" (sempre connessi a o dipendenti da

Internet, ma sempre meno attratti dalla TV), "Plurals" (da pluralisti, di comunicazione

sia faccia-a-faccia che virtuale), "Post-Millennials" (soltanto agli inizi) e "Zoomers" (dei

Baby Boomer "connessi"). 

 

C'è anche chi vi vorrebbe includere solo i nati fra il 1995 e il 2009, per lo più figli della

Generazione X, nati cioè fra il 1965 e il 1979, e di qualche "ritardatario"Baby Boomer .

 

 

Una generazione spartiacque oggi di primaria importanza, preceduta da quella dei

"Millennials", la Generazione Y, e seguita dalla Generazione Alfa dei nati dai primi anni

2010 in poi, la prima generazione di utenti con Web da tenera età, dunque di casa nella

sua tecnologia e, di conseguenza, nell'utilizzo dei social media, in altre parole i primi

"nativi digitali".

 

La Generazione Z è anche purtroppo la prima a doversi confrontare con aspettative di

futuro al ribasso, sia nell'accesso a un'istruzione superiore che riguardo all'economia

privata, questo per i crescenti divari di reddito della classe media, e di insicurezza

dovuta al clima di conflitto mondiale acuitosi le con guerre a seguito degli attentati

dell'11 settembre 2001, perdendo così la radicata visione del mondo attraverso il

cosiddetto "sogno americano" e l'accettazione del rischio per poterlo raggiungere.

 

 

La pandemia di Covid 19 segnerà profondamente le ultime generazioni, soprattutto

bambini e adolescenti, con perdita di capacità di relazionarsi  fisicamente e un

apprendimento a distanza che mai potrà sostituire i benefici sociali del gruppo,

isolando molti di loro in un mondo solitario di narcisismo smodato - disperata

affermazione dell'"esisto anch'io".

 

Di estremamente positivo nelle ultime generazioni un'inedita apertura al mondo, il loro

profondo interesse per la conoscenza e la sperimentazione in prima persona, invece

che "per sentito dire", e il loro attivo e trainante utilizzo della sempre più rapida

evoluzione tecnologica, ma anche il loro rinnovato coinvolgimento riguardo a temi

cruciali, come la crisi climatica e la giustizia sociale, entrambe espresse in termini di

più sana economia contro finanza, di antimilitarismo contro guerre, di inclusione e

tolleranza verso qualsivoglia minoranza, vuoi etnica, religiosa, sessuale o altra, e

dunque di integrazione contro razzismo sotto varie spoglie - non è poco!