... ma attenzione
a non (ri)caderci!
Carissimi più giovani e giovanissimi
compagni di viaggio,
mentre a ragione ci criticate
duramente su tutto, imparate anche però dai nostri così
tragici errori che vi
hanno depredato di futuro, per i quali mai abbastanza potremo
chiedervi perdono,
evitando voi stessi di diventare le misere marionette a cui ci hanno
asservito.
Questi nuovi nomi delle generazioni,
che tanto acriticamente usate e noi sulla vostra
scia, sono esempio
eccellente della trappola di un capitalismo che ammalia, deforma e
assoggetta le
nostre menti e i comporta-menti.
Non sono affatto frutto di un gergo
che nasce dal basso, piuttosto etichette introdotte
da propaganda politica e
pubblicità aziendale, marketing che noi "pubblico" categorizza
in termini di
"potenziali" elettori e consumatori, visti esclusivamente come target
ideologico e commerciale, da manipolare creando slogan, mode e
trend, immagini
artificiose di stili di vita falsi per farceli adottare.
Chi ha potere ci orienta così verso
"modelli" di società che questo o quel partito dice,
troppo spesso millanta,
di rappresentare, ma alla fine e soprattutto per mantenere il
corrotto
e corrompente status quo sociale di un mondo palesemente iniquo e
auto-
distruttivo in cui la felicità si possa comprare per soldi.
Un totale mercimonio globale in cui
"bisogni" indotti e non reali ci fanno desiderare di
quanto più inutile e
superfluo, nell'illusione di una vita facile venendo socialmente
accettati e
inclusi perché omologati a tutti gli altri in una massa omogenea.
Il machiavellico nel messaggio è che
se io e ciascuno si comporta come ci fanno
credere che "tutti gli altri"
agiscano, davvero tutti gli altri finiranno col fare come me -
ingegnosa la
trappola, suadenti i ritornelli, teatrino di sempre, tutta una giostra di soldi
che gira e gira e gira: solite cazzate!
Sii te stessa e stesso - non fare
"come tutti gli altri" o alla fine tutti faranno come te...
Voi che l'Inglese dovreste ormai
masticarlo, "target" non significa altro che
"bersaglio",
qualcosa o qualcuno
da colpire e abbattere, ci selezionano segmentandoci quasi
fossimo bestiame
non umani, chi può dare "più latte" e chi meno.
Ci identificano come "clienti"
politici e commerciali a cui dare la caccia, destinatari di
semplicistiche
ricette, prodotti industriali e servizi tra cui quelli base che dovrebbe
essere lo
Stato a darci in cambio di tasse pagate, ingabbiandoci per età, reddito,
cultura, interessi, composizione familiare, tutti dati che siamo noi stessi a
fornirgli in
primo luogo sui social media.
"Dati demografici" appunto, età,
genere, reddito, stato civile, occupazione, settore e
livello di istruzione,
tanto per capire quanto possono "mungerci", poi "localizzazione"
geografica
datagli col telefonino, continente, nazione, regione, provincia, città,
quartiere,
paese, ormai superflua per attività on line e siti di e-commerce
ma cruciale
per tutto il resto d'offerta "locale".
Sanno di noi quasi più che noi
stessi, ci lavorano su spulciando i nostri argomenti di
interesse, attività,
tempo libero, sport, hobby, frequentazionie addirittura classificando i
nostri
atteggiamenti politici e sociali, le nostre personali opinioni su tematiche
sensibili
di inclusività sociale, grado di presenza e partecipazione sui
social e quali, fragilità al
giudizio altrui, sostenibilità e tutela dell'ambiene,
spreco e riuso, giudizi e pregiudizi...
Tutto messo volontariamente o
inconsapevolmente nelle loro mani da noi, in ritorno
doppi bersagli prima di
ondate "preparatorie" di comunicazione per poterci cuocere a
puntino con
attività promozionali e di pubblicità, e poi di dirette azioni di marketing,
chirurgicamente mirate allo specifico gruppo di pubblico a cui
apparteniamo,
particolarmente interessato a, cioè pronto a recepire, giusto quel
messaggio politico,
quel prodotto e servizio di volta in volta proposti.
È proprio qui che entrano in gioco le
"gabbie" delle generazioni, i Boomers, Generation
X, Y, Z e Alfa, noi
oggetto di "strategie" che nulla hanno a che vedere con i nostri
bisogni "reali"
né con la ricercata felicità "personale", unicamente applicate al profilo di
partito e modello di impresa, utile per il raggiungimento dei "loro" immediati e
lungimiranti obiettivi siano essi di potere politico o dominio
commerciale...
Voi che vi reputate e spesso siete
più informati, coscienti, responsabili e indipendenti
di noi, voi che a
milioni invadete oggi le piazze del mondo per protestare e chiedere
dovuto ascolto
politico alle vostre istanze in ambito sociale, ecologico e giuridico,
tenete tutto questo a mente.
La vera rivoluzione oggi è - e sarà
ancor più domani - rimanere voi stessi, giovani,
entusiasti e ribelli anche
una volta "adulti", evitando al di là di chiacchiere
intellettualistiche il
nostro grande errore di più o meno passivo adattamento alle
lusinghe e le
pressioni del sistema nei fatti.
Credo in voi come e più che in me
stesso, perché io sono l'oggi passato e voi quello
futuro, continuare
nonostante tutto a credere nell'essere umano, in voi e nell'altro,
questo è
rivoluzionario, perché ogni rivoluzione collettiva inizia sempre da me
individuo, più
che dai miei pensieri e le parole dai miei comportamenti.
Anche attraverso voi questa, l'unica
e autentica rivoluzione continuerà a vivere come il
fiore che non muore
mai, di generazione in generazione, quindi a voi, a me e a tutti i
migliori augurî di buon proseguimento nel nostro cammino personale e sociale!
Vostro fratello e per ancora un po'
compagno di viaggio
Luciano, nome di battaglia LucΨfer,
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