"Sono
da condannare ma
sono
da assolvere un minuto dopo.
E,
forse, persino da premiare
col senno di poi, davanti ai fatti di
cronaca.
Sono i ragazzi di Ultima Generazione a
cui si possono aggiungere
tutti quelli delle ultime generazioni
che stanno combattendo una
battaglia per l'ambiente e la
salvaguardia del pianeta.
Protestano, ma molti di loro sono a
spalare fango in Romagna.
Scienza e natura stanno dalla loro
parte.
La politica, invece, si volta
dall'altra, oppure li condanna perché,
con
gesti non condivisibili,
imbrattano i monumenti con vernice
lavabile o gettano nelle fontane
carbone vegetale, facendo meno
danni di quanti ne fa lo smog
(dice l'ambientalista Mario Tozzi).
Resta il
gesto.
Sicuramente
non condivisibile e da condannare
in sé, ma
dirompente in un mondo assonnato sul
tema e coinvolto solo a
parole nella difesa dell'ambiente.
In ogni programma di ogni governo che
si è presentato alle
Camere negli ultimi 30 anni il tema
dell'ambiente è sempre stato al
primo posto, salvo poi scivolare all'ultimo
nei fatti concreti come
l'alluvione in Romagna con 15 morti,
36 mila sfollati e miliardi di
danni.
Dobbiamo essere onesti, almeno
intellettualmente.
Non possiamo dare la colpa dell'ultima
tragedia, come delle altre,
al destino cinico e baro.
È vero, è caduta tanta, troppa pioggia
tutta insieme.
Ma ha trovato, con una cinica battuta,
terreno fertile anche per
colpa delle mancanze dell'uomo.
Gli ultimi 30 anni sono legati da una
striscia di disastri.
Paolo Biondani li ha messi in fila:
Alessandria (1994),
Sarno e Quindici (1998),
Nord del Piemonte e Valle d'Aosta
(2000),
Valcanale in Friuli (2003),
Cavallerizzo di Cerzeto (2005),
Messina (2009),
Borca di Cadore (2009),
Montaguto (2010),
Val di Vara, Cinque Terre e Lunigiana
(2011),
Alta Val d'Isarco (2012),
Genova (2011 e 2014),
San Vito di Cadore (2015),
Madonna del Monte (2019),
Chiesa in Valmalenco (2020),
Senigallia (2014 e 2022),
Ischia (2022),
Emilia-Romagna (2023).
L'Italia, per natura, ha un territorio
ad alto rischio di alluvioni,
smottamenti (con più di un quarto del
totale delle frane censite in
Europa), terremoti, erosioni costiere,
eruzioni vulcaniche.
E addirittura, come racconta Erasmo
D'Angelis, molte località
hanno scritto il loro destino nel
toponimo.
Uno su tutti: Vajont, che nel dialetto
locale significa, Va giù.
Senza contare che la frana assassina
fu causata dal crollo non
della diga ma del versante del Monte
Toc che sta per "marcio" o
"in bilico".
L'inarrestabile consumo del suolo è
una delle cause della sconfitta
che la natura ci sta infliggendo.
Il fenomeno di impermeabilizzazione,
attraverso l'immissione di
materiali artificiali (asfalto,
calcestruzzo), come racconta il
rapporto 2022 Sistema Nazionale per la
Protezione dell'Ambiente,
è la principale ragione del degrado
ambientale che si sta
verificando in Europa.
L'Emilia-Romagna, dopo la Lombardia e
il Veneto e subito prima
del Piemonte, come ci ricorda Luigi
Balestra, è la regione in cui si
è avuto il maggiore incremento netto di
suolo consumato nel 2021
(+ 658 ettari).
In queste quattro regioni, con la
maggiore concentrazione di
attività produttive si dà prevalenza
assoluta, a scapito della tutela
dell'ambiente e della sicurezza,
all'espansione di aree industriali e
commerciali.
Un paradosso se si pensa che la
Costituzione è stata di recente
modificata agli articoli 9 e 41.
Si è stabilito che è compito della
Repubblica provvedere alla tutela
dell'ambiente anche nell'interesse
delle future generazioni.
Che, per fortuna, hanno tutta
l'intenzione di farla valere." |