Al contrario del Nazismo, con una
chiara ideologia esplicitamente
codificata nel manifesto "Mein
Kampf", il Fascismo non ha una
filosofia o ideologia propria.
Si fonda semplicemente sul concetto
dello "stato etico assoluto",
una forma istituzionale teorizzata da
Thomas Hobbes prima e poi
Georg Wilhelm Friedrich Hegel come
"fine ultimo" delle azioni
degli individui per realizzare il
cosiddetto "bene universale".
Per questo il Fascismo mussoliniano
finisce per contraddirsi su
temi fondamentali, come ad esempio il
rapporto con la religione,
questa usata strumentalmente solo a
fini di consenso politico, pur
considerando il Regime la Chiesa
Cattolica Romana un pericoloso
concorrente.
La seguente descrizione del fenomeno
del fascismo in generale o
"fascismo eterno" o "ur-fascismo" di
Eco si cristallizza in 14 punti,
tutti rifacentisi emotivamente ad
archetipi:
1. Il
culto fascista della tradizione,
già reazione tardoellenistica
al
razionalismo classico e poi controriformista cattolica alla
Rivoluzione Francese, la
verità rivelata una volta per tutte non
ammette ulteriori interpretazioni,
negazione del progresso
della conoscenza
tipico di cattofascismo e
fondamentalismo.
2. L'"Irrazionalismo" come
rifiuto fascista della
modernità, con
l'Illuminismo o "Età della Ragione"
definito l'inizio e la causa
della depravazione moderna, da cui -
tra gli altri - il
rifiuto della
parità di diritti delle persone
e del riconoscimento della lotta
di identità oppresse, tutte
abominevoli cose da "comunisti".
3. L'"Irrazionalismo" come
culto dell'azione fine a sé
stessa, da
compiere senza pensare (una "forma di
castrazione"),
sospetta
la cultura
dagli atteggiamenti critici,
sospette le università
nido
di "comunisti",
sospetti gli
intellettuali ovviamente meno quelli
fascisti ufficiali quali custodi dei
valori tradizionali.
4. Dato che nessuna fede
sincretica può resistere ad una critica
analitica, lo spirito critico fa
distinzioni, distinguere è segno
di modernità e la moderna comunità
scientifica considera il
disaccordo
strumento di avanzamento della
conoscenza, tutto
questo
per il fascismo è alto tradimento.
5. Inoltre, rappresentando il
disaccordo un segno di diversità, il
fascismo cerca consenso e cresce
alimentando e esacerbando
la
paura della differenza
alla fobia, confermato questo da quel
primissimo appello "contro gli
intrusi" di un appena nascente
movimento
fascista razzista e xenofobo per
definizione.
6. Il fascismo nasce da
frustrazione individuale o sociale, il che
spiega perché tipico di tutti
fascismi storici sia sempre il
far
leva in primis su ceti
medi o svalutati da una crisi
economica
o risentiri da una umiliazione
politica, spaventati
da crescente
pressione di gruppi sociali fino ad
allora subordinati.
7. Per chi privato di identità
sociale, il fascismo esalta il
Paese,
origine di un volgare
nazionalismo xenofobo
con l'ossessione
del complotto,
un Paese in cui solo "nemici" esterni o interni -
come ad esempio Ebrei e comunisti -
riescono a ricompattare
cittadini psicologicamente sotto
permanente assedio.
8. Chi aderisca al
fascismo deve sentirsi umiliato dalla ostentata
ricchezza e potenza del
"nemico" ("troppo" forte
o debole a
seconda della retorica,
ma comunque e sempre "battibile"),
un gioco politico possibile perché
il
perfetto fascista "acritico"
è di fatto
incapace di valutare
la reale forza del "nemico".
9. Per il fascismo
non
c'è
"lotta per la vita",
quanto piuttosto
una
"vita per la lotta",
quindi in questa guerra permanente il
pacifismo
è
collusione con il "nemico",
che può e deve essere
sconfitto con una epica battaglia finale
per il controllo del
mondo e la "pace fascista" (fine della
"guerra permanente"?!).
10. Come per ogni ideologia
reazionaria, l'elitarismo
aspetto tipico
anche del fascismo come di tutti
gli "elitismi aristocratici e
militaristici",
quindi
disprezzo per deboli
e ceti subordinati, il
capo che conquista il potere con la forza,
la sua basata proprio
sulla debolezza delle masse,
meritevoli di un "dominatore".
11. In questa prospettiva culturale
masse e individuo verranno
educati all'"eroismo", nella mitologia
cosa "eccezionale" per il
fascismo invece "normale", un
culto dell'eroismo strettamente
legato al culto della morte,
questa attesa con tale impazienza
dall'eroe fascista da immolare spesso
quella degli altri.
12. Oltre guerra permanente e eroismo
la voglia fascista di potere
viene trasferita anche a questioni sessuali,
da cui machismo,
disprezzo per le donne e assoluta intolleranza
verso sessualità
anticonformista,
da castità a omosessualità, e se non basta il
sesso ecco il surrogato fallico del
continuo gioco con le armi.
13. Il fascismo si basa su
populismo
"selettivo"
o "qualitativo" ad
evitare la quantitativa maggioranza
democratica di un cittadino
un voto, con individui senza diritti
e "il popolo" astratta entità
monolitica di "volontà
comune", risposta emotiva di
cittadini
selezionati "voce del popolo" e non parlamentarismo
"marcio".
14. Infine il fascismo parla una
"neolingua"
con elementi comuni
a tutte le dittature,
dal
lessico povero e sintassi elementare,
in
modo da
limitare
gli strumenti per un
ragionamento complesso
critico,
poi reinventata da George Orwell nel suo "1984" come
lingua ufficiale dell'"IngSoc", il
nazionalsocialismo inglese. |