tragicomico

[quel sempre dissolversi comico

della tragedia in immagini ora

non pił mitiche ma mitologiche

pseudos dal Greco ψευδο-

pseudo- da ψευδής pseudes

falso che mente estetica non pił

etica ma al servizio della al

momento dominante politica]

 

 

al mio sguardo scettico

apparenza solo disincanto

 

al di lą del bene e del male

fuori del vero e del falso

 

 

una vita come parodia

sfregio alla vita

 

il mistero come parodia

falsomito di pseudos

 

 

un mito non pił mito

ma manipolata simulazione

 

arte come crudo manifestarsi

del potere di turno

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

         

Glossario

               

 

                                   

 

                                   

"Estetica" dal Latino aesthetica dal Greco αἰσθητική aisthetiké percezione soggettiva

ma condivisa del nostro legame con l'ambiente in una equilibrata armonia dinamica,

in filosofia all'origine disciplina della conoscenza sensibile o " percezione", da metą

XVIII sec disciplina del "bello", naturale e artistico, teoria delle arti liberali poi scienza

della conoscenza sensitiva applicata a poesia e "belle arti" fino a oggetti e situazioni.

 

"Etica" dal Latino ethica dal Greco ἠθική ēthikḗ capacitą soggettiva e intersoggettiva di

concepire e compiere azioni capaci di mantenere un sano legame con l'ambiente, in

filosofia in senso lato disciplina che si occupa di qualsiasi forma di comportamento o

ἦθος umano, politico, giuridico o morale, in senso stretto la condotta morale che tende

all'utilitą pubblica e alla solidarietą, filosofia pratica a difesa di determinati valori sociali.

 

"Logos" dal Greco λόγος lógos parola discorso ragione variamente usato nel

linguaggio filosofico e teologico, per il pił antico pensiero greco, che non tende a non

distinguere l'aspetto "verbale" dal quello "razionale" della veritą, la ragione che

determina il mondo e le leggi in cui si esprime, di particolare significato in stoicismo,

giudaismo alessandrino e teologia cristiana (sapienza divina, Verbo o Parola di Dio).

 

"Mito" dal Greco μῦθος mŷthos parola, racconto, narrazione di gesta compiute da dei,

semidei, eroi e mostri per spiegare fenomeni naturali, "legittimare" pratiche rituali e

istituzioni sociali o cercare di rispondere alle grandi domande degli umani di fronte alla  

inspiegabilitą e l'impotenza della "scienza" a chiarire il mistero, diffuso oralmente

prima che scritto a perpetuarsi nella tradizione di un popolo.

 

"Mistero" dal Latino mysterium dal Greco μυστήριον mystčrion da μύστης da μύω

chiudersi, essere chiuso, "mistero magico-religioso" che serve a chi pretende che

qualcosa non possa essere prodotto altro che attraverso intervento extraumano, rito

segreto, oggetto sacro del rito, per estensione realtą o veritą nascosta, in alcuni casi

trattata come dogma perché ritenuta rivelata da dio.

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

         

Il mito eroico

               

 

                                   

 

                                   

Il Fascismo investe nella propria legittimazione politica e culturale creando miti,

credenze e valori culturali attraverso un uso strumentale della storia, vicina e lontana,

come il Risorgimento, la Grande Guerra e l'Impero Romano, come tipico di ogni regime

totalitario.

 

Questo atteggiamento del Fascismo verso il passato rivela la natura eclettica della sua

ideologia e della sua cultura, un intreccio denso di implicazioni tra la produzione

culturale "alta" e cultura diffusa, tutto comunque teso alla ridefinizione dell'identitą

nazionale.

 

 

Nel Fascismo il mito eroico si sviluppa nell'ambito trinitario "Capo-Nazione-Popolo",

per cui l'individuo deve lasciarsi spogliarsi della ragione per disporsi a tutto credere,

una obbligatoria operazione funzionale alla creazione l'uomo nuovo fascista.

 

Perché il Fascismo il mito Č la realtą, anzi PIŁ reale della realtą stessa, supportato

da concezioni di "capo", "nazione", "potere" e "violenza" di un immaginario fantastico

che trascende la storia, l'idea di un passato mitico che ispiri all'eroico rovesciamento

di un presente corrotto verso un futuro redento dalla forza.

 

Il Fascismo una feconda fucina di inedite mitologie politiche, enfatizzando il ruolo del

mito e dell'inconscio dalle idee di Borges e Freud su "Io", "violenza" e "sacro" e dalla

idealizzazione mitologica della violenza e dei violenti in relazione alle vittime.

 

 

Nonostante il Fascismo voglia dare di sé l'immagine di cultura protesa alla modernitą,

esaltando una "cesura netta" tra sé e il resto della storia d'Italia, la sua pedagogia

totalitaria deve comunque scontrarsi con una societą tradizionalista imperniata sul

culto del passato, da cui, pur rivendicando la propria originalitą, la necessitą di

presentarsi come punto d'arrivo di una gloriosa storia millenaria, incarnazione suprema

d'Italianitą e sentimento patriottico.

 

Agganci con il passato si faranno martellanti negli Anni Trenta, quando l'aggressiva

politica estera del Fascismo e conseguente mobilitazione bellica porteranno a una

sempre crescente "militarizzazione della cultura", le decisioni del presente sbocco

ineluttabile di un "destino" futuro gią scritto nel DNA della nazione, i richiami al passato

a dare legittimazione e forza simbolica a una politica imperialistica.