bestiarium

[uniche vere "bestie" noi]

 

 

umani (re)imbestia(li)ti

belva contro belva

 

a far disordine

nell'ordine del caos

 

 

umane belve

bestia rossa bestia nera

 

tutti in fuga

cantano vittoria

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

"Bestiari", libri medievali che descrivono con parole e immagini animali reali, mitici e

immaginari, tenendo presente che all'epoca draghi, unicorni, fauni e centauri sono

considerati esseri reali, conditi di abbondanti riferimenti biblici moralizzanti.

 

Partendo da animali si arricchiranno di piante, metalli, corpi celesti, pietre preziose e

oggetti, generando a loro volta opere come "lapidari", sulle caratteristiche di rocce e

minerali, ed "erbari", sulle virtù medicinali delle piante, i veri bestiari in senso stretto 

frammentandosi ancora in sezioni così ricchite da doverne essere estrapolate, ad

esempio quelle sugli uccelli che verranno chiamate "aviari".

 

Le radici qi questi libri in opere paleocristiane spesso "gnostiche", come "Physiologus"

"Il Fisiologo" o studioso della natura, forse scritto  ad Alessandria II-III sec dC, all'inizio

raccolta di descrizioni abbastanza concrete, via via integrate con allegorie cristiane che

interpreteranno gli animali in chiave simbolico-religiosa, relativa al Cristo o al Diavolo

- il Leone re degli animali associato a Cristo re del creato e così via - riassumendo in 

pratica antiche conoscenze sulla natura di autori come Aristotele (Historia Animalium),

Erodoto, Plinio il Vecchio, Solino, Eliano e altri naturalisti, esercitando grande influenza

sulla visione moralistica del mondo medievale (le tre "fiere" lonza, lupa e leone che

Dante incontra nel Canto Primo del suo Inferno vi appartegono culturalmente).

 

Un particolare bestiario alto-medievale del VIII sec contiene solo animali fantastici e

creature mostruose, il "Liber monstrorum de diversis generibus" o "Libro dei diversi

generi di mostri", questo in particolare non moralizzante, ma scritto per stupire i lettori

con mirabilia, incluse sezioni di "teratogenesi", dal Greco tera teratos mostro e genesis

generazione, o sviluppo anomalo di organi nel feto durante la gravidanza provocandovi

difetti congeniti, malformazioni e andre anomalie, ad includere umani e altri animali, ma

anche piante.

 

Le descrizioni nei bestiari saranno anche alla base delle frequenti rappresentazioni

scultoree didattico-moraleggianti sia nell'arte romanica che gotica - la lupa simbolo di

cupidigia, il drago associato al peccato, la sirena fonte di tentazioni, il centauro per

l'eresia, la scimmia la lussuria, il gatto la vanità, il cane la fedeltà, il rarissimo unicorno

la purezza, alcune sopravvivendo fino ad oggi - con i soliti perenni ammonimenti del

clero di "rinunciare a vizi" e "perseguire virtù", beh non loro ma almeno tutti gli altri.

 

I bestiari avranno ampia diffusione nella Francia e Inghilterra del XIII-XIV sec, illustrati

con ricchi cicli di cosiddette "miniature", tra i più decorati il "Bestiario di Aberdeen" e il

"Bestiario di Ashmole", Inghilterra il primo XIII sec il secondo XII-XIII sec, il "Bestiario di

Philip de Thaon", Francia circa 1130, e alcuni bestiari nordici, in Islanda XIII sec, in

Svezia addirittura primo libro stampato il "Dialogus creaturum" o "Conversazione

morale della creazione", una tradizione che nel XVI sec scomparirà alla pubblicazione

della prima letteratura zoologica scientifica.