differenze ≠ disuguaglianze
["differenze 'diverso da'
disuguaglianze"
il genere accettato vissuto
scelto nella personale
storia
sociale su caratteristiche
anatomo-funzionali psichiche
e comportamentali]
la nostra identità di genere
non l'abbiamo fra le gambe
fisico è solo il sesso
biologico
i miei genitali esterni e
cromosomi
il genere ciascuno se lo
sceglie
per come preferisce
identificarsi
senso interiore di me
la "mia identità" di genere
come mi sento dentro
voglio presentarmi al mondo
voglio esprimermi
voglio relazionarmi
nome pronomi vestiti capelli
corporeità comportamenti
mio diritto di persona
libera
nel socializzarmi - se lo
voglio
il mio orientamento sessuale
preferenza sentimentale
attrazione
nulla ha a che vedere col
mio sesso
o modo di percepirmi
il genere costrutto sociale
che varia da società a
società
cambia nel tempo
così i suoi ruoli norme e
stereotipi
le identità di genere molte
di più
che i genitali esterni
maschili femminili per sesso
biologico
te l'appiccicano addosso
variano i marcatori
cromosomici
ma per genitali esterni e
regole sociali
unica opzione occidentale
accoppiare ancora sesso a
identità
maschietti tutti azzurri
femminucce rosa rosa
arbitrarie coercitive
identità di genere
future loro gabbie
invisibili
di fatto si può anche
nascere
con genitali esterni atipici
organi sessuali interni
intersessuali
combinazioni di cromosomi...
solo se crescendo mi
identificherò
col genere quale datomi
per i miei genitali esterni
verrò accolto "nella norma"
(quale?)
genere questo costrutto
sociale
rispettare l'"identità"
della persona
è farlo verso il modo in cui
si identifica
il senso che ha del "proprio
sé"
del tutto indipendentemente
dal sesso
e dalla preferenza sessuale
perché se sono nato ci deve
essere
uno spazio tutto "mio" nel
mondo
la mia dimensione
identitaria
di potenzialità e limite
oltre ruoli aspettative e
canoni
mai bastati ora meno che mai
arbitrari stereotipi
di femminilità e mascolinità
fanno
bambini e adulti sensibili
per natura
dei cinici per necessità
ho sacro diritto a quello
spazio mio
in cui libero perdermi e
ritrovarmi
nella contemporaneità
di una società che cambia
se no primo passo dentro la
morte
principio di fallimento
crisi di crescita umana
senza aperture o opportunità
imposta binarietà sociale
lavoro-tempo libero
single-sposato
maschio-femmina
in eterne contrapposizioni
percorsi di scontro non
d'incontro
queste vite incasellate
voluta destrutturazione
della società
fragili-aggressivi
insicuri-assertivi
potere del proprio corpo
cognizione di sé crisi
ineluttabile
viva costante dialettica
con l'alternativo da sé che
è morte
accettazione della
complessità
qui-adesso ovunque-sempre
crisi capace di aprire spazi
nuovi
a un senso che soddisfi
niente di scontato
mi rappresento e rappresento
do immagine di me mi do voce
cammino faticoso spesso
doloroso
impossibile tornare indietro
punto di partenza senza uno
d'arrivo
non trovare le parole nel
conosciuto
sentirsi a disagio nella
realtà
non appiattibile la
complessità
a estrema polarizzazione
binaria
l'universo va trasformandosi
frenetico
così la verità e non sai
come finirà
interdipendenza spirito del
tempo
visione politica
responsabilità sociale
siamo noi a fare la storia
e quale società raccontare
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