Il "Cristianesimo" quale lo conosciamo oggi, cioè così
come ci
viene
"venduto", dovrebbe senz'altro in modo
più congruo essere
definito e
chiamato
"Paolinesimo",
una dottrina formulata dalla
ingombrante, prepotente e
dimostrabilmente malata figura di un
uomo che neppure
conosce o mai
incontra
"Yehoshua
Ben Yosef"
/"Gesù".
Ha
quindi poco o nulla a che vedere con il
"Giudeo-
Cristianesimo"
degli autentici dodici Apostoli,
lui Fariseo e molti
di loro già appartenenti a
sette dichiaratamente "dissidenti":
da
non
dimenticare che
quello
Shaul
di Tarso detto "Paolo"
è
semplicemente l'autonominato,
sospetto "tredicesimo apostolo"!
Come
accennato, proprio alle
origini del cosiddetto
"Cristianesimo" c'è una
autentica guerra a noi nascosta,
che da
sempre la Chiesa si guarda bene dal raccontare, uno
scontro
frontale fra i
legittimi Apostoli
e Paolo, che lacererà la
prima
comunità, la giudeo-cristiana,
dopo la
morte di
Yehoshua detto
"Gesù"
in una
lotta
senza
quartiere tra
due
teologie opposte,
la
giudaico-cristiana,
dell'insegnamento
degli Apostoli e
quella
di
Paolo,
già
nemico dichiarato di quel Giudeo-Cristianesimo.
Secondo
il più antico
dei
Vangeli canonici,
quello di
Matteo,
unico
in Ebraico,
il più attendibile dei
Vangeli e
alla base della versione
in Greco, gli
"incontri" tra Pietro, il semplice
pescatore, e Paolo,
l'erudito mistificatore,
sono pochissimi, ma soprattutto e
piuttosto
dei veri e propri
"scontri"
- sempre burrascosi, segno di rapporti
pieni di
critiche,
contrasti e divisioni.
Shaul di Tarso, un
ricco Fariseo e molto probabilmente
collaborazionista dei Romani, con
una
cittadinanza
romana
ottenuta non
si sa come o in cambio di cosa,
evidentemente
collegato attraverso
"conoscenze ad alto livello" ai
centri di potere
stranieri, alla cui incolumità i Romani dedicano
risorse come
una
scorta di ben 470
uomini all'arresto in Gerusalemme...
A lui si deve anche l'inizio del
giro di soldi, con una
"colletta per i
poveri di
Gerusalemme", però
mai
consegnata
da Tito, suo
primo
discepolo, eh sì, perché Shaul ha
propri
"discepoli",
attraverso cui
infiltra e complotta.
Cerca di contrastarlo
soprattutto
l'Apostolo Andrea,
fratello di
Pietro, evangelizzatore in Grecia,
nemico aperto di Paolo nella
città di
Corinto, da cui le divisioni
di
cui lo stesso Paolo parla
nella sua
seconda
"Lettera
ai Corinzi".
E
cerca di contrastarlo anche
l'Apostolo Giacomo, uno dei
fratellastri di Gesù
fra i Dodici,
capo della
Chiesa
Giudaico-
Cristiana di
Gerusalemme,
il quale tenta in ogni
modo di prevenire
la
prima scissione nella storia
della
Chiesa, operata proprio da
Shaul
detto "Paolo":
è a lui che
Paolo mente
assicurandolo di voler
"tornare sulla 'retta'
via" e di conseguenza a far parte
della Comunità originaria.
Risulta chiaro dalle
due
"Lettere ai Tessalonicesi"
di Paolo,
altrimenti un enigma, dato che
la seconda smentisce la prima,
eppure
entrambe autentiche, fatto che soltanto può spiegarsi con
un
professato "finto cambiamento di rotta"
di
Paolo, il quale
per
evitare
che i capi giudeo-cristiani uniti riescano a fermarlo
inganna
i responsabili della Comunità di Gerusalemme, cioè
Giacomo, Pietro e
Andrea, come confermato da Sila.
Quindi
Shaul di Tarso detto "Paolo", uomo di menzogna,
il quale
per assurdo
si autocostituisce unico
"interprete ufficiale" degli
insegnamenti di un Maestro
che non ha
neppure
mai conosciuto
e
di cui
dimostra di
fatto di
sapere ben
poco o niente...
Metteremo
a confronto
due documentazioni storiche parallele, le
"Lettere" di Paolo
alle varie Comunità
e
i
cosiddetti
"Atti".
Gli "Atti degli Apostoli", pur scritti da
un discepolo
di Shaul di
Tarso
e
quindi intesi a glorificarlo, restano
comunque
una delle
più attendibili cronache degli eventi dopo la morte del
"Yehoshua
Ben
Yosef" detto
"Gesù"
a nostra disposizione, sia
perché l'autore
sembra ben
informato o addirittura presente ai fatti che racconta,
sia perché riguardano i momenti più
drammatici della
lotta
tra la
nascente "corrente paolina" del "Cristianesimo" ed
il primo,
genuino Giudeo-Cristianesimo degli Apostoli
Pietro e Giacomo.
Se
esistono delle
contraddizioni, devono risultare
qui ed
inoltre in
quella
documentazione
terza,
frutto delle
recenti scoperte
di
Nag
Hammadi
e
Qumran, che permette per la prima volta nella storia di
verificarlo.
Innanzitutto
la
"Lettera ai Galati", che
Shaul/"Paolo"
scrive
alle
Chiese della Galazia
[antica
regione dell'Anatolia centrale, oggi
Turchia - NdR] una lettera dal
tono
deciso e
combattivo, in cui
apre
dichiarandosi
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