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"I Care" [me ne importa mi sta a cuore]
Novella e Costituzione radicali profetiche maestre scomode
prese alla lettera troppo ostiche esigente scuola di vita e di libertà
se non interpretate ci trasformebbero non saremmo più noi
così nudi e crudi i loro aut-aut autenticità che mira al cuore
meglio aggiustarseli coi sì-ma ancora meglio con i me-ne-frego
comunistiche parole vuote di fatto azioni fascistoidi
i poveri saranno sempre con noi beh allora ci sarà poi tempo per loro
da bere all'assetato cibo all'affamato a tempo debito ma prima io
chiesa dell'eterno di là a da venire società del sol mai d'avvenire
frate Giovanni Francesco qui fratello Laurenzio Domenico adesso
non selezione ma inclusione mai parti uguali fra disuguali! |
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Commento |
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Per Barbiana prendere a sinistra
Chiesa ipocrita in uno Stato ipocrita, Chiesa di privilegi in uno Stato dei privilegiati.
Le parole
Articolo 34 della Costituzione repubblicana antifascista
"La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso."
I fatti
Come in epoca preunitaria di 150 fa l'istruzione privata è ancora in mano a istituti ecclesiastici, enti religiosi e altre realtà "per chi se lo può permettere" - genitori-clienti borghesi scelgono per i figli scuole private cattoliche o laiche, i piu ricchi precettori domestici.
Con obbligo scolastico di 10 anni, in età tra i 6 e i 16 anni, oggi l'istruzione viene data in scuole pubbliche statali, "paritarie", private e professionali regionali, la scuola pubblica in molti modi mai prioritata, anzi sempre penalizzata.
La Scuola Elementare del Regno di Sardegna nel 1859 di due bienni, per saper "leggere, scrivere e far di conto", obbligatoria due anni (senza sanzioni) e gratuita, ambizione di uno stato laico moderno alla Chiesa carpire il secolare predominio educativo.
Questa scuola, lungi dall'essere "pubblica", neppure "d'obbligo", con un analfabetismo a fine '800 del 74% degli uomini e ben l'84% delle donne, molti bambini a casa a lavorare dei campi, fenomeno di nuovo attuale negli Anni '50-'60 del Secondo Dopoguerra.
La scuola elementare investimento quindi politico, di aspettative sociali tradite, a plasmare in spirito unitario e nazionale la coscienza del popolo, secondo il motto "L'Italia è fatta, ora bisogna fare gli Italiani!".
Nel 1877 obbligatorietà, con sanzioni, portata a tre anni per Scuola Elementare Inferiore, poi fino al dodicesimo anno d'età nel 1904, 1911 scuola statale con maestri impiegati dello Stato, puntando all'unificazione Nord-Sud del sistema scolastico nazionale, a colmarne il forte divario.
Una vera svolta nel 1923 con la "riforma Gentile", per Mussolini "la più fascista delle riforme", che rimarrà in vigore e sostanzialmente inalterata nella Repubblica fino al 1962 (!) e la scuola media unificata.
La scuola elementare di stampo fascista del Ventennio e Secondo Dopoguerra autoritaria e gerarchizzata, di ispirazione idealista, la religione cristiana come sfigurata dalla Chiesa Cattolica Romana - reazionaria, oscurantista, maschilista e misogina - a base di educazione e moralità.
In effetti non del tutto male, se attuata per intero, insegnamento in relazione a cultura e tradizioni popolari locali, accostando "il sapere del libro al sapere del popolo" anche usandone il dialetto, addirittura "obbligo di residenza" per i maestri nel Comune in cui insegano!
Riforma che inoltre innalza l'obbligo scolastico all'età di 14 anni, primi cinque di scuola elementare uguali per tutti, più avanti scelta fra liceo scientifico, ginnasio e scuola d'avviamento al lavoro, solo la scuola media fa accedere ai licei, solo il classico apre all'iscrizione a tutte le facoltà universitarie.
Vengono inoltre qui disciplinati i tipi di istituzioni scolastiche in statali, parificate e private, creando anche l'istituto magistrale per la formazione dei futuri insegnanti elementari e l'istituzione di scuole speciali per portatori di handicap.
Per la prima volta si statuisce che gli alunni dovranno apprendere senso civico e correttezza verso il prossimo, rispetto per e tutela della natura e gli altri animali.
La Seconda Guerra Mondiale 1940-1945 provocherà la distruzione di molti edifici scolastici, altri la loro destinazione d'emergenza come dormitori o cucine popolari per sfollati, insegnanti uccisi o dispersi, collasso organizzativo, studenti disorientati.
Con la Liberazione tornerà la libertà di scelta dei libri di testo ma solo nel 1947 verranno ricostituiti i Patronati scolastici attivi fino al 1977, tutti gli sforzi concentrati sulla ricostruzione.
La scuola della nuova Italia repubblicana subirà la presenza di organismi stranieri, nella Sicilia liberata già nel 1943 il governo alleato con una prima commissione americana ne revisiona i programmi scolastici, nel 1944 una seconda commissione riforma la strafascista scuola elementare, con apertura pluriconfessionale.
Immediata l'opposizione dei cattolici alla perdita del monopolio, col risultato di programmi di compromesso, misti di ideali democratici d'avanguardia ma impostazione dell'insegnamento nelle singole materie conservatrice più che moderata.
In pratica gli insegnanti continueranno a lavorare come prima mentre la prima riforma della scuola italiana dovrà aspettare altri 10 anni, con la Costituzione repubblicana antifascista del 1948 che sol oteoricamente stabilisce un'istruzione pubblica, gratuita e obbligatoria almeno 8 anni.
Con la contraddittorietà tipica italiana si concede allo stesso tempo "la libertà di istituire scuole senza oneri per lo Stato", strumentalmente portata non solo a oneri di spesa a favore delle scuole private, in primis cattoliche, questo proprio a discapito della scuola pubblica.
In tutta questa manovra "riformatrice" chiaramente cattofascista, per assurdo il sistema scolastico resta invariato - scuola elementare 5 anni, 3 anni successivi o "scuola media" o "scuola di avviamento professionale", solo lo studio del latino permettendo di proseguire gli studi.
Tra il 1946 e il 1951 arenato completamento dell'obbligo, per lotta tutta democristiana d'interessi fra maestri e professori, e alla fine introduzione amministrativa d'na duale "scuola post-elementare", mantenuta per l'una la prosecuzione degli studi.
Con gli Anni '50 ineludibile la richiesta di forza lavoro qualificata, del 1955 approvazione cattolica dei nuovi programmi per la scuola elementare e nuova struttura e programmi per elementare e media - 8 classi in 3 cicli di 2-3-3 anni, sempre con opzione scuola media o avviamento professionale.
La proposta comunista 1959 per l'istituzione della "scuola media unica", con obbligo dall'età di sei anni ai quattordici, porterà alla riforma del 1962 con abolizione delle scuole di avviamento al lavoro ed altre particolari, una scuola media unificata, accesso a tutte le scuole superiori, classi miste invece di separate maschili e femminili (!).
Ancora ambigua la questione Latino, di cui elementi obbligatori in 2a Media insieme all'Italiano e facoltativo in 3a per l'accesso al liceo (per l'abolizione del Latino nelle scuole medie bisognerà aspettare altri quindici anni).
A riprova del ricalcitrare della borghesia cattofascista, solo del 1968 una Scuola Materna Statale e nel 1969 "Orientamenti per la scuola materna".
Sempre del 1969, sotto la dura spinta dei movimenti studenteschi, finalmente libero accesso agli studi universitari attraverso un modificato esame di maturità, riforma "sperimentale provvisoria" che rimarrà in vigore immutata per trent'anni...
Passo dopo passo una vera lotta per l'abolizione della scuola "dualista", rimanendo comunque la discriminazione sociale con alti tassi di evasione scolastica nei ceti poveri e una selezione sociale applicata di fatto con la "bocciatura" di certi alunni.
Fenomeno grave e drammatico di un nuovo metodo di "selezione classista", frutto di radicata e persistente arcaica mentalità elitaria dei docenti, evidenziata e combattuta tra gli altri da Don Lorenzo Milani in "Lettera ad una professoressa" del 1967 e che neppure i movimenti studenteschi Anni Sessanta e Settanta riusciranno a eliminare, mentalità rimasta selezione solo "meno esplicita".
Altro tentativo di riforma della Scuola Secondaria Superiore arena inizi Anni Settanta dando comunque inizio ad un lungo processo di "cambiamenti senza riforma", con un notevole sviluppo della istruzione tecnica e propressiva diminuzione dello storico divario fra istruzione femminile e maschile a livello di scuole secondarie.
Nel 1974 di rilevanza per l'ulteriore ridimensionamento del potere borghese dei docenti, l'introduzione nella vita delle scuole di rappresentanze esterne di genitori, personale scolastico non docente e studenti (questi solo nella scuola superiore).
Un significato cambiamento nella scuola elementare dal 1971 con la formula "a tempo pieno", in risposta ai bisogni sociali delle famiglie che si andrà anche a sviluppare come laboratorio di innovazione per l'apprendimento degli alunni e per inediti saperi e competenze complementari introdotti dal nuovo personale.
Del 1977 gli insegnanti di sostegno nelle classi con alunni portatori di handicap, margini di individualizzazione alle esigenze dei singoli alunni, nuove norme di valutazione, abolizione degli esami di riparazione alla media e nel 1979 scomparsa del Latino.
Anni Ottanta e Novanta si riintensificano le bocciature "selettive" (nuovi venti politici!), ma soprattutto la "dispersione scolastica", con mancato livello di apprendimento nonostante gli studi, cui si regisce volendo elevare l'obbligo scolastico, in pratica creare un "parcheggio di pausa" per ritardare l'ingresso sociale adulto.
Invece notabili i mutamenti nella Scuola Elementare con i nuovi programmi di studio 1985 e Legge 1990, l'introduzione di più docenti per classe (magari non sempre competenti né spesso collaborativi...), programmi delle elementari e orientamenti delle materne 1991 più frutto di una pedagogia teorico-accademica e di interessi di categoria che di riforme politiche.
Eliminazione totale degli esami di riparazione nel 1995, con prolungate polemiche e recriminazioni, e nel 1996 proposta di ulteriore innalzamento dell'obbligo scolastico, riforma dell'esame di maturità, autonomia scolastica e riordino dei cicli.
Del 1997 il primo documento di riforma dei cicli di istruzione, superamento della dicotomia tradizionalista cultura-professione, fra formazione culturale e formazione professionale, proprio della cultura sindacale Anni Settanta, e percorso scolastico per obiettivi di apprendimentonon e non per gradi di istruzione, attraverso o due cicli - base fino a 13-14 anni e secondario fino a 18 anni - o ciclo unico dai 6 ai 16-17, contro i tre cicli, molto più selettivi.
Alla relativa "Legge Quadro" per la "la formazione dell'uomo e del cittadino nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, sociali e culturali" della Sinistra si contrapporrà una proposta di riforma della Destra e la Legge 1997 si ridurrà ad un riformato esame di maturità...
Con le elezioni politiche del 2001 l'ulteriore intervento sull'esame di stato farà esplodere il fenomeno d'una scuola "diplomificio", portando i "privatisti" che si iscrivono a scuole paritarie solo per l'esame di maturità per ottenere il diploma da neppure 200 anno 2000 a ben oltre 15 mila nel 2004, pari ad un incremento del 7500% a esclusivo vantaggio delle scuole private!
Nuove elezioni 2006, nuovo cambio di vento, blocco della Legge 2003 sulle scuole secondarie, rirevisione dell'esame di Stato ex Maturità) con non ammissione di studenti con "debiti formativi" nel triennio, ritorno a commissioni miste, nel 2007 "diritto all'istruzione fino a 16 anni" portato a obbligo scolastico.
Intanto la "buona scuola" della Repubblica deve ancora aspettare, così nuova Legge 2008 sulla valutazione degli alunni nella scuola primaria e secondaria di primo grado e reintroduzione del docente unico alle elementari, provocando forti reazioni contrarie a livello nazionale.
Con la Legge 2015 il carosello delle mezze riforme della scuola continua, più poteri al dirigente scolastico, introduzione di una valutazione del personale docente, per gli studenti possibilie parziale personalizzazione dl piano studi e obbligo alternanza scuola-lavoro anche per tutti.
Nel 2016 nuovo esecutivo, rimpasto ai vertici dei dicasteri, prosecuzione (?) della riforma della "Buona Scuola" con decreti attuativi della Legge 2015 nel 2017, per "migliorare la qualità del sistema nazionale di istruzione ... le studentesse e gli studenti al centro ... un cambiamento culturale ... la scuola vista come comunità aperta, innovativa, inclusiva in cui ragazze e ragazzi diventano cittadini attivi, accorti, protagonisti, capaci di contribuire alla crescita e alla competitività del paese, nell'ottica di uno sviluppo sostenibile e nella piena attuazione dell'articolo 3 della nostra Costituzione".
DI fatto le leggi e direttive politicamente "trasversali" degli ultimi anni impongono un modello di scuola "confindustriale", di formazione secondo le esigenze del lavoro», in cui né discipline come storia, filosofia, letteratura, matematica, né rispettivi docenti non contano più, un'istruzione dettata dal mercato e affidata alle risorse personali dei singoli studenti.
Il Global Teacher Status Index 2018, valutazione quinquennale della reputazione sociale da parte di studenti e loro famigliari dei docenti di scuole primarie e secondarie in 35 Paesi, l'Italia ultima in Europa e terzultima al mondo (solo davanti a Brasile e Israele), con diffusa mancanza di rispetto, esternate minacce e addirittura aggressioni sia fisiche che psicologiche!
La Scuola Cattolica
Gli enti formativi privati gestiti da persone giuridiche cattoliche - scuole materne, elementari, medie, superiori e universitarie, seminari, facoltà teologiche e università pontificie esclusi - in Italia regolati da Legge 2000 per scuole paritarie.
In progressiva diminuizione per scelta dei genitori, oltre 11 mila scuole nel 1991, nel 2004 circa 8.500, poco più di 7 mila nel 2008 (comunque quasi il 60% di quelle private), con nel 1992 quasi 900 mila alunni su 9 milioni e mezzo complessivi (>9%) fino a 600 mila alunni su quasi 9 milioni (7%) nel 2006 (rapporto alunni tra scuole private cattoliche e scuole private laiche da quasi 70% nel 1996 a poco più di 50% nel 2006).
Le prime scuole cristiano-cattoliche ad opera dei Francescani seconda metà del XVI sec, una a Betlemme l'altra a Gerusalemme, nel secolo successivo una anche a Nazaret, tutte con libero accesso a studenti di ogni credo.
Inizio Ottocento formalizzate semplici "norme d'integrazione" per studenti di altre religioni, cioè pieno rispetto della scuola per il diritto dell'alunno al proprio credo religioso e da parte dell'alunno per il regolamento della scuola, condizioni uguali per tutti e dai genitori accettate per iscritto all'iscrizione.
Al di fuori dell'Italia, le legislazioni civili degli Stati occidentali riconoscono di solito l'insegnamento impartito nelle scuole cattoliche quale equivalente a quello di corrispondenti pubbliche, 250 mila "scuole paritarie" con più di 40 milioni di allievi.
In Inghilterra e Galles quasi 2.500 e oltre 800 mila alunni, negli Stati Uniti d'America 7.500 e quasi 2 milioni e mezzo di alunni.
In Italia forte l'interessamento della Chiesa Cattolica Romana nella scuola, per la formazione di cittasini responsabili e autonomi, impegnati nella società e nella politica, rispettosi della natura e delle diversità umane e ambientali, promotori di una cultura di liberazione della persona, di dialogo e comunione interpersonale.
Importante la verifica dell'azione dei Cristiani - personale come associativa - all'interno delle istituzioni scolastiche, responsabili di una realtà umana al cui centro devono essere bambini e giovani con attese di un futuro che in loro è già presente.
In questo contesto vanno comunque ricordati i palesi crimini ed errori socio-culturali della Scuola Cattolica insieme alle sue gravissime colpe e reponsabilità, negazione di fatto del Vangelo e dei principi stessi su cui dice di fondare la propria "missione".
Iniziando dal fanatico disprezzo di culture e religioni altre, la persecutoria attitudine verso Ebrei e Cristiani "eretici", lo zelante proselitismo missionario di stampo colonialista, il sostegno diretto e indiretto a ideologie discriminatorie, la collusione con e asservimento a regimi dittatoriali e antidemocratici, l'orribile misfatto della pedofilia da parte del clero a livello planetario, una realtà ben documentata coperta e negata dalle più alte gerarchie.
La "Buona Scuola"?
Aspetta sempre e tuttora, come tanti altri diritti civili sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani prima ancora che dalla nostra Costituzione repubblicana antifascista.
Sulla dignità della persona, rispetto delle diversità, tutela delle minoranze, privacy, accoglienza dei migranti, sull'uguaglianza giuridica e morale, parità di genere, famiglia, sulla libertà di partecipazione sociale e politica non delegabile, istruzione, salute, giustizia e lavoro, sul valore del lavoro, tutela dei lavoratori, redistribuzione economica, capacità contributiva e progressività...
Coi tempi che corrono anche la "Buona Scuola" dovrà restarsene in fila ad aspettare ancora a lungo, il paritario diritto all'istruzione sulla carta ancora non corrisposto dai fatti reali, basti pensare alla totale inadeguatezza abitativa per studenti fuori sede e alla becera, vergognosa speculazione del "libero mercato" sulla loro pelle!
Dice don Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti a proposito di "una scuola contro tutte le povertà", luogo di promozione e non di selezione sociale, senza integralismo, con radicalità, "non c'è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali fra disuguali", e ancora "una scuola che seleziona distrugge la cultura, ai poveri toglie il mezzo di espressione, ai ricchi toglie la conoscenza delle cose", aggiungendo anche però "finché c'e fatica c'è speranza"!
I preti "diavolo e acqua santa" della "Primavera Fiorentina"
La Firenze faro culturale di quel mondo cattolico democratico di sinistra Anni '50 e '60 del Novecento, fortemente ispirato dal poi dalle gerarchie combattuto, castrato e rinnegato Concilio Vaticano II, riscopre oggi sacerdoti e laici, noti e meno noti, santi della Chiesa dell'autenticità di quella feconda stagione.
Il sindaco della città Giorgio La Pira, politico, docente, i cardinali Elia Dalla Costa e Silvano Piovanelli, Arcivescovo Emerito di Firenze, don Giulio Facibeni, antifascista "Giusto tra le Nazioni" per aver salvato molti Ebrei perseguitati dal fascismo.
La loro presenza, pensiero e opera condivisi con tanti altri, fra cui don Ajmo Petracchi, don Renzo Rossi e don Gino Bonanni.
Don Ajmo Petracchi, grande educatore e amico dei giovani, impegnato nel sociale, insieme a don Mario Lupori a guida della Comunità Giovanile "San Michele".
Don Renzo Rossi, già missionario, cappellano delle fabbriche, prete degli ultimi, 1943-2012 il suo diario di quasi 750 quaderni, testimonianza euangelica nel mondo operaio, nella povertà delle periferie e delle campagne.
Don Gino Bonanni, a Montespertoli a ricostruire la chiesa distrutta dalla guerra, a Borgo San Lorenzo, innovativo rettore del Seminario di Firenze, presto scomodo al nuovo arcivescovo cardinale Ermenegildo Florit, che lo rimuove a Badia Fiorentina, provocando la "Lettera ai sacerdoti della diocesi fiorentina" di don Bruno Borghi e don Lorenzo Milani.
E poi Ettore Bernabei e Raffaello Torricelli, padre Ernesto Balducci e don Danilo Cubattoli.
L'eredità di pensiero e di azione di padre Balducci nei suoi libri , nella rivista "Testimonianze" e nella fondazione a lui intitolata.
Don Cubattoli, "don Cuba" o solo "Cuba", portatore di euangelo nei luoghi più difficili, a lungo cappellano delle carceri fiorentine, critico cinematografico, fine Anni '40 con Ghita Vogel e Fioretta Mazzei fondac l'"Opera di San Procolo" per giovani criminali e da famiglie disadattate, in grande sintonia con i giovani Lorenzo Milani e Renzo Rossi.
E ancora David Maria Turoldo, dell'"Ordine dei Servi di Maria", poeta e "coscienza inquieta della Chiesa", don Lorenzo Milani appunto, prete dei poveri, scrittore e educatore, padre Nazareno Taddei, linguista e regista, teorico della comunicazione di massa, Mario Gozzini, scrittore, politico e giornalista, don Bruno Borghi, prete operaio, don Raffaele Bensi, padre spirituale di Don Milani, don Luigi Rosadoni, profeta della "Chiesa dei poveri", don Giovanni Vannucci, teologo, organizzatore con Turoldo della "Messa della carità", Enzo Mazzi parroco radicale dell'"Isolotto"...
E molti, molti altri cui essere grati, troppi di loro dimenticati, da riscoprire e far conoscere specialmente oggi, in questi momenti di grande celebrazione "neo-catto-fascista" ad appena 75 anni dalla formulazione della nostra Carta Costituzionale della libera e antifascista Repubblica Italiana!
E... per Barbiana continuare sempre a sinistra! |
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"Don Lorenzo Milani"
Parte 1 di 5 - Dalla
conversione alla prima scuola popolare
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Parte 2 di 5 - Esperienze
pastorali e i contrasti con la Chiesa
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Parte 3 di 5 - La scuola di
Barbiana
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La Storia siamo noi
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Parte 4 di 5 - La visita di
Pietro Ingrao a Barbiana
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La Storia siamo noi
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Parte 5 di 5 - La lettera ai
Cappellani Militari
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La Storia siamo noi
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"Don Milani letto da Pasolini
'Lettera a una
professoressa'"
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