"Le quattro stagioni" sono i
primi quattro dei dodici concerti solistici per violino de
"Il cimento dell'armonia e
dell'inventione" di Antonio Vivaldi, pubblicati ad Amsterdam
nel 1725 ma composti
precedentemente.
"L'estro armonico opera 3" e
"Il cimento dell'armonia e dell'inventione" sono quindi
raccolte di concerti che ben
riflettono l'evoluzione del gusto primi decenni del XVIII
sec, nella prima insieme ai
quattro concerti per violino solista anche otto concerti
grossi, mentre nella seconda
tutti i concerti di tipo solistico.
I concerti de "Le quattro
stagioni" rappresentano anche una
originale "inventione" di
cosiddetta "musica a programma", cioè
linguaggio musicale descrittivo, narrazione
attraverso soli mezzi musicali che
acquista propria autonomia nel Cinquecento per poi
svilupparsi nel Romanticismo di inizi
Ottocento.
Di sicuro nella partitura ben precisi i
riferimenti di "dipinto musicale della natura", alla
tinta scura de "L'Inverno" si oppone
l'oppressione del caldo de "L'Estate", poi il canto
degli uccelli, il ruscellolo che scorre,
il vento, il temporale, espressioni culturali di
danze popolari, tutto ambientato in un
contesto di bucolica bellezza...
Inoltre a
ciascun concerto de "Le quattro stagioni" appartiene (c'è addirittura
chi dice
che la musica "sia ispirata
a") un sonetto descrittivo di anonimo, molto probabilmente
lo stesso Vivaldi, costruito
nei tre movimenti: |