Controcultura, valori,
comportamenti e consuetudini devianti da
o opposti a quelli sociali al momento
prevalenti o dominanti, con
etica e aspirazioni di "opposizione",
fino a creare massa critica
innescando cambiamenti generali anche drammatici.
La cultura diventa identificabile e compresibile
proprio attraverso
il contrasto con
la sua controcultura, come oggi contro la "cultura
di massa", "cultura dei media", "cultura della classe media",
rifiuto
esplicito di valori generazionali
osceni, critica e spesso
rifiuto di
istituzionalizzazioni canaglia, contro ogni autoritarismo, la
voglia
e la
speranza di una vita migliore in una società umana più giusta.
Senza controcultura nessun vero
sviluppo culturale, pericolosi
equilibri di stasi ineludibilemente portano
dominante involuzione
di valori divenuti fondamentali che,
criticati, sfidati e modificati in
simbiosi antitetica di cultura prevalente e controcultura,
cambiano
essenziali comportamenti ormai non
più appropriati.
Comprensione della controcultura e
della sua vivificante funzione
/azione sociale ne toglie lo
stampo di underground "sottocultura",
la sua prospettiva "utopica" sull'oggi evidenzia il
patologicamente
"distopico" di un evitabile domani.
Verso un mondo di pensiero più
moderno aiuta molto l'arte, la
fotografia pittura scultura musica
letteratura, con attacchi alle loro
stesse convenzioni, specchio di
quelle della società in cui si
generano, scuotendo i fruitori e
stimolandoli a riflettere sui temi
attualizzati, una potente espressione
di "anarchismo" contro il
considerato "accettabile", solo
perché ormai conforme allo status
quo, e quello che "dà
fastidio", solo perché non lo è.
Scontato che gruppi minoritari, artisti
di controcultura già tabù
per mettere a nudo scomode realtà
sociopolitiche, subiranno
anche loro l'inesorabile "assimilazione per commercializzazione",
divenendo popolari, accettati,
addirittura "mitizzati", icone della
"nuova"
cultura, non più causa di generale panico morale per
ormai decaduti argomenti
controversi di sfida, ora tendenze "di
moda" in processi di
"domesticazione", spesso senza aver di fatto
intaccato quel pensiero di base che hanno
cercato di combattere. |