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Un Hortus Conclusus di lavoro |
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e di piacere in stile neoclassico |
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nel cuore di Trogir |
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Gli odierni "Giardini Garagnin-Fanfogna" a Traù/Trogir, appena 30 km ad Ovest di Spalato/Split, in Dalmazia, sono quel che resta del "Parco Agricolo-Botanico-Culturale" della nobile famiglia dei Garagnin, poi Garagnin-Fanfogna, lì installato tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX sec su iniziativa dei fratelli Gianluca o Ivan Luka e Giandomenico o Ivan Dominik Garagnin, il primo giardino botanico della Croazia.
Per ereditati motivi di fondo sospettatamente soprattutto politico- ideologico-propagandistici di vecchi sia stampo che data, anche se oggi nello sporadico dibattito culturale-mediatico non più esplicitamente citati, lasciato da quasi un secolo e tuttora ripetutamente vandalizzato ed ostentatamente abbandonato.
Il magnifico Parco è stato condannato a pubblica gogna senza propria colpa, esclusivamente come disgraziato "simbolo", per una - sembrerebbe - imperdonabile ed indelebile "colpa di appartenenza", nonostante il suo grande significato storico- economico-culturale.
La sua pur riconosciuta importanza quale uno dei tasselli chiave, in tempi poi non così lontani, di quel "patrimonio", non di un singolo, non di una famiglia - questa tanto prima potente, servilmente riverita e temuta, ma anche "sfruttata", quanto poi demonizzata, odiata ed oltraggiata, dimentichi della sua storia allo stesso tempo altamente contributiva al progresso, l'emancipazione ed il benessere socio-economico locale - non solo della Civitas e della Comunità traurine, ma della regione intera e oltre.
Per quest'Hortus Conclusus, un giardino, un orto ed una serra sperimentali in stile neoclassico destinati col tempo ad ampliarsi notevolmente, quasi quadruplicando la propria superficie, la famiglia Garagnin, in seguito appunto titolata Garagnin-Fanfogna attraverso matrimonio, sceglie Travarica, un appezzamento iniziale di un solo lotto sulla terraferma, proprio di fronte allo stretto ponte che da accesso all'isolotto della Cittadina.
Ad appena un centinaio di metri di fronte alla propria residenza privata, un "palazzo" - o piuttosto un articolato gruppo di edifici - oggi sede del Museo Civico, nello sperone Nord della veneziana Traù, in un angolo strategicamente "di potere" della città storica e il cui aggregato urbanistico è in pratica all'epoca una piccola "roccaforte" interamente di proprietà, con ingresso carrozze faccia a faccia in asse con la Nuova Porta di Terraferma ad estendersi ad Est fino all'ubicazione della originaria Porta Cittadina, Stara Kopnena Vrata, di rimpetto alla costa.
Il Parco è oggi oggetto tra l'altro di interesesse, attenzione e tutela anche internazionale e, appunto come tale, una conclamata eredità di importanza storico-economico-culturale.
Meriterebbe senza alcun dubbio e senza ulteriore ritardo alcuno un totale restauro di qualità alla sua morfologia originaria e la dignitosa, anche se vergognosamente tarda, reintegrazione urbanistica e sociale che a pieno titolo gli spetta nell'immagine identitaria, nel racconto e nel tessuto cittadini. |
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Il Parco verrà infatti già all'epoca apprezzato per la riuscita ed inedita simbiosi di estetica e praticità, vale a dire la sua grande varietà di specie botaniche, le sue colture agricole di utilità altamente produttive alternate ad alberi anche rari e piante arbustive molte esotiche e decorative, e la sua atmosfera altamente culturale.
Un'atmosfera raffinata e quasi magica, realizzata attraverso accurato modellamento del terreno ed opere architettoniche edificatevi, tra le altre:
- una "Barchessa"
- una Casa del Giardiniere
- una Orangerie
- un cosiddetto "Casinetto delle Delizie"
- un Tempietto
- reperti archeologici, tra cui colonne, sarcofagi, statue, altaretti votivi e uno splendido lapidarium, tutti di epoca romana e provenienti dagli allora recenti primi scavi della vicina Salona, ad impreziosirne elegantemente gli spazi e gli ambienti.
Un'opera dalla doppia finalità, aspetto questo ancora più evidenziato dalla presenza di un duplice accesso primario:
- di "rappresentanza", attraverso un cancello monumentale
- di utilità, un affiancato portale di "economia" attraverso magazzini e stalle
tanto che durante i lavori verrà coniato un nuovo concetto e termine stilistico, il ferme ornèe, "fattoria impreziosita", a fondere l'ornamentale del paessaggio alle colture agricole.
L'installazione - il primo e più noto di tutta una serie di altri progetti di eccellenza promossi su iniziativa della famiglia Garagnin durante il periodo neoclassico, questo di Travarica un prototipo in miniatura di quello di Divulje - risulterà infatti un riuscitissimo connubio fra scienza, arte e utilità.
Tale impostazione fortemente voluta dal suo ideatore, il Conte Giovanni Luca Garagnin.
È una delle più interessanti figure appartenenti alla cosiddetta "Fisiocrazia" dalmata a cavallo fra Settecento e Ottocento, come i famosi medici e agronomi della Famiglia Pinelli di Zara, con cui i Garagnin hanno documentati contatti.
Dai contatti si passerà a vere e proprie collaborazioni di sperimentazione agricola, sempre finalizzata a scopi dichiaratamente ed ambiziosamente imprenditoriali, per un rilancio del sistema produttivo rurale-agricolo dalmata dopo il prolungato salasso veneziano dell'economia dell'area per contribuire a finanziare le altrettanto prolungate cosiddette "Guerre Turche". |
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Il vecchio cartello all'ingresso dell'attuale Parco lo definisce "Giardino Storico e Artistico", con la formula "Monumento di Composizione Architettonica e Vegetale", in altre parole un "Monumento Vivente", tutto secondo le definizioni date nel 1982 dal Comitato internazionale dei Giardini Storici ICOMOS-IFLA, International Council on Monuments and Sites - International Scientific Committee on Cultural Landscapes, nella "Carta di Firenze", relativa alla salvaguardia dei giardini storici, questa a completamento in questo particolare ambito della "Carta di Venezia".
(Clicca per consultare e/o scaricare il testo originale della Carta di Firenze:
La "Carta di Venezia per il restauro e la conservazione di monumenti e siti" è del 1964, un codice internazionale di standard professionali e linee guida a disciplinare le modalità di conservazione e restauro del "patrimonio culturale" - artistico, architettonico, e storico - vale a dire di monumenti e manufatti architettonici come pure siti storici ed archeologici, insomma una moderna "Magna Carta" della salvaguardia del patrimonio monumentale mondiale per il bene delle generazioni presenti e future.
(Clicca per consultare e/o scaricare il testo originale della Carta di Venezia:
Per chi fosse interessato a tutte le Carte dell'ICOMOS, visitarne volentieri il Centro Documentazione online sul sito oppure aprire il documento onnicomprensivo "International Charters for Conservation and Restoration" allegato in questo portale.
Il logotipo in alto al centro del cartello, per maggior nitidezza riportato anche separatamente a lato, è quello dell'Autorità "Mare e sistema carsico" della Contea di Spalato e Dalmazia, Splitsko-Dalmatinska Zupanija, Istituzione evidentemente eletta a "garante" della dovuta protezione, manutenzione ordinaria e straordinaria e valorizzazione del monumento. |
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L'importanza del Parco |
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Oggi all'ingresso del Parco c'è un nuovo cartello, più elaborato ed arricchito di un ulteriore simbolo, oltre a quello della Contea in basso al centro dove si legge "'Sea and karst' Public Institution for the Management of Protected Areas in the County of Split and Dalmatia", "'Mare e sistema carsico' Ente Pubblico per la Gestione delle Aree Protette nella Contea di Spalato e Dalmazia", il marchio "Zaštita Prirode - Republika Hrvatska", "Nature Protection - Republic of Croatia", "Protezione della Natura - Repubblica di Croazia".
Quindi anche lo Stato partecipa a "garantirne" la protezione direttamente attraverso il Ministero della Natura e dell'Ambiente! |
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Cosa dice il cartello al visitatore |
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Monument of horticultural architecture "GARAGNIN-FANFOGNA"
The park emerged around 1800 as a private garden of the aristocratic family Garagnin from Trogir, successfully combined the ambience of a pleasure garden with a practical farm.
The planted vegetables were surrounded by trees, flowers and elegant pathways, beautiful architecture and ancient monuments and even acclimatised exotic plants were grown in the garden.
As part of the horticultural arrangement, the space and content in the park were well organised - a characteristic of Neoclassical gardens (artificial hills, gravel and lawn paths, wells, outhouses, an elegant pavilion, archaeological monuments, dendroflora).
Due to its beauty, plant variety and striking stylistic features of Neoclassicism, the park was protected in 1962 as a monument of horticultural architecture.
The monument of horticultural architecture "Garagnin-Fanfogna" (the name of the park was taken after the latter owners, Fanfogna family) is managed by "Public Institution for the Management of Protected Areas in the County of Split and Dalmatia" in compliance to the Nature Protection Law. |
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"Monumento di architettura ortoculturale 'GARAGNIN-FANFOGNA'
Il Parco venne installato intorno al 1800 come giardino privato dell'aristocratica Famiglia Garagnin di Traù, combinando con successo l'atmosfera di piacevole giardino, con la pratica utilità di fattoria.
Le aree di coltura vegetale vennero circondate da alberi, piante floreali ed eleganti sentieri, raffinati edifici e antichi reperti archeologici e vi vennero addirittura impiantate specie esotiche accuratamente domesticate.
Come parte integrata dell'installazione ortoculturale, gli spazi e gli oggetti vennero ben organizzati secondo una meticolosa pianificazione - caratteristica propria dei giardini in stile neoclassico (collinette artificiali, sentieri ghiaiati e basolati incastonati a prato, pozzi, bagni esterni, un elegante padiglione, monumenti archeologici, dendroflora [cioè "arborescenze" con azione positiva sulla stabilizzazione del terreno e sull'igiene dell'aria - NdR]).
Per la sua elegante bellezza, la varietà delle piante e le raffinate caratteristiche neoclassiche, il Parco venne protetto nel 1962 quale monumento di architettura ortoculturale.
Il monumento di architettura ortoculturale 'Garagnin- Fanfogna' (la denominazione del Parco venne attribuita dal nome degli ex proprietari, la famiglia Fanfogna) è responsabilità dell''Ente Pubblico per la Gestione delle Aree Protette della Contea di Spalato e della Dalmazia', come previsto dalla Legge Nazionale di Salvaguardia della Natura." |
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E ancora un avviso molto importante: |
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For all actions and activities in the protected area it is necessary to obtain a permission that includes the conditions of nature protection.
All activities and actions in the monument of horticultural architecture "Garagnin-Fanfogna" are performed at your own risk. |
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"Per qualsivoglia operazione o attività da svolgersi entro i confini dell'area protetta occorre ottenere un permesso specifico"...
[Dall'Autorità "competente" - ma quale?
Forse il Tribunale di competenza, dato il più volte e da più fonti citato contenzioso in atto fra Stato, Contea, Comune ed eredi degli ex-proprietari! - NdR]
... "che includa esplicitamente le condizioni di utilizzo a prevenzione protettiva della natura."...
[Affermazione che risulterà, come vedremo più avanti, molto insignificante e barocca, se non p alesemente ed assolutamente senza alcun senso, addirittura a metà fra ipocrita e sarcastica! - NdR]
... "Tutte le operazioni ed attività svolte nell'area del Monumento di architettura Ortoculturale 'Garagnin-Fanfogna'"...
[in altre parole, il Giardino Storico "Protetto" - NdR]
... "sono condotte a proprio rischio e pericolo."
[Forse rivolto ai disadattati, malati mentali, sbandati e drogati che notoriamente lo frequentano, senza - almeno conosciute o tantomeno annunciate o ancor meno applicate - contromisure delle Autorità locali, né preventive, né di controllo, né punitive... - NdR]. |
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Sul cartello inoltre notabile anche l'interessante menzione di un non meglio definito "Progetto" o "Proposta di riqualificazione" riportante la data del "2012/2013" - quindi il più recente di una serie!
In un riquadro al centro in basso, a nome di tre personaggi citati soltanto con iniziale e cognome, si spera noti alla popolazione autoctona, ma impossibili da conoscere per un visitatore.
E nonostante la Croazia sia entrata a far parte dell'Unione Europea da anni ormai, qui a livello di lingua non è che proprio si stia aiutando a capire in cosa consista la proposta, neppure a livello di semplice legenda tutta in Croato...
Dopo una personale ricerca, si tratta di uno "studio" curato da Ana Šverko, Josip Belamarić e Marija Kirchner dal lungo titolo |
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"Park Garagnin-Fanfogna u Trogiru
Integralna studija povijesno-hortikulturno- arhitektonska analiza s prijedlogom konzervatorskih smjernica za obnovu" |
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tradotto in Inglese dagli stessi autori |
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"Park Garagnin-Fanfogna in Trogir
Integral Study Historical-Architectural- Horticultural Research With the Proposal of Conservation Guidelines for the Revitalization, 2013.
(study)" |
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in Italiano |
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"Parco Garagnin-Fanfogna a Trogir,
Documento integrale - Una ricerca storico- architettonico-ortoculturale con proposta di linee guida per la sua rivitalizzazione, 2013.
(Uno studio)". |
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Dalla consultata Croatian Scientific Bibliography, "Architecture and Urban Planning (2.0.1), Other Papers", il documento risulta però a nome di 4 autori, non 3, tutti titolati accademici:
"590. Šverko, Ana; Belamarić, Igor; Belamarić, Josip; Kirchner, Marija.
Park Garagnin-Fanfogna in Trogir Integral Study Historical- Architectural-Horticultural Research With the proposal of conservation guidelines for the revitalization, 2013. (study)".
- Ana Šverko, architetta e ricercatrice croata nell'ambito artistico -architettonico-urbanistico
- Igor Belamarić, famoso ingegnere e inventore navale croato, già direttore dei Cantieri Navali di Spalato, deceduto nel 2019
- Josip Belamarić, responsabile del Centro "Cvito Fisković" a Spalato, esperto scientifico all'Istituto per la Storia dell'Arte, anche lui Croato
- Marija Kirchner, ingegnera, Croata o probabilmente Austriaca. |
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Nell'ingrandimento del riquadro del progetto, il minuscolo testo in rosso dice laconicamente in Croato e in Inglese:
"A sinistra, la planimetria originale del progetto del parco risalente agli inizi dell'Ottocento (Museo Civico di Traù), e, a destra, la pianificazione preliminare del suo restauro e rivitalizzazione (I. Belamarić, M. Kirchner, A. Šverko, 2012/13)". |
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Naturalmente a condizione che lo si riesca a leggere il cartello, così piantato a metri di distanza fra la vegetazione, seminascosto dietro le sbarre arrugginite di quello che sembrerebbe essere un cancello chiuso "da sempre".
Un manufatto che però, con la sua fattura dal raffinato disegno, racconta di aver una volta marcato con motivato orgoglio l'elegante ingresso ad un piccolo Eden in questa terra di Dalmazia... |
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Inoltre entrambe le planimetrie riportate sul cartello nascondono abilmente lo scempio fatto del Parco originario, permettendo ad interessi politici commisti a speculazioni private di espropriare distruggere un quarto della superficie di questo "monumento di architettura ortoculturale protetto".
All'appello manca infatti il quadrante di Sud-Ovest, oggi sostituito da un supermercato, inoltre elevato a simbolo dei nuovi "mala tempora" barbarici, così sfrontatamente centrato sull'asse d'ingresso principale alla Trogir storica (Piccolo Ponte e Porta di Terraferma), urbanisticamente disastroso quale causa di ulteriore ingorghi sullo già inadeguato snodo "a T" con la vecchia Provinciale Spalato-Sibenico e totalmente mancante di adeguati parcheggi clienti...
Ne vedremo i dettagli più avanti! |
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Un futuro che promette bene |
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Aggiornamento #1
Attraverso il web veniamo a sapere oggi, primi di Settembre 2017, che la proposta di progetto per la rivalorizzazione del Parco ha superato anche l'ultima fase della procedura formale per ottenere l'assegnazione dei Fondi Europei.
Al progetto verrà quindi garantito dall'Unione Europea il massimo possibile, 1.273.660 kuna, pari all'80% del budget preventivato.
Il vero impegno inizia ora, con la produzione della necessaria documentazione attuativa entro 6 mesi dalla firma del contratto, come previsto dal Regolamento Europeo, e l'assegnazione dei rispettivi appalti.
Si prevede che i lavori necessitino circa 2 anni per l'implementazione, anche se il Parco manterrà un'apertura estiva al pubblico.
Complimenti a quanti si sono dedicati in vario modo al successo dell'iniziativa! |
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Aggiornamento #2
Da allora ad oggi, 2017-2023, nulla è dato a sapere sullo stato di avanzamento del progetto.
Nulla dalle competenti Istituzioni locali e, purtroppo, neanche dai direttamente contattati originari autori del progetto...
Non resta che sperare - come sempre - nel meglio! |
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Un soddisfatto Ante Bilić, attuale Sindaco di Trogir, riapre simbolicamente il grande cancello del Parco Garagnin-Fanfogna.
Alle elezioni amministrative comunali, la restituzione di questo prezioso spazio naturale e culturale pubblico ai Cittadini uno dei suoi punti programmatici più forti. |
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