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"Onesti in tempi difficili |
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La sfida degli intellettuali" |
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di Dario Olivero |
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Da La Repubblica - 24 novembre 2005 |
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Hans Küng - Teologia del Dialogo |
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L'Islam spiegato dal grande teologo Hans Küng [...] |
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Hans Küng uno dei più grandi teologi viventi |
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Maestro, amico e collega di Joseph Ratzinger ai tempi del Concilio Vaticano II, i due si allontanarono quando il futuro Papa intraprese la sua lunga carriera di uomo dell'ortodossia per poi riavvicinarsi di recente in un incontro in cui hanno cercato di non parlare delle antiche divergenze.
Ma basta questa sua ennesima opera, "Islam. Passato, presente e futuro" (Rizzoli), che chiude la trilogia sulle Religioni Monoteistiche alle quali il pensatore ha dedicato l'intera vita, per ricavare i motivi profondi che hanno spinto Küng fuori dagli schemi di una certa visione della Chiesa.
Primo fra tutti una ricerca continua del mutare dei paradigmi che una religione (in questo caso l'Islam, ma sono continui i richiami anche a Ebraismo e Cristianesimo) storicamente attraversa nel suo divenire e l'analisi delle forze spirituali che invece rimangono intatte anche nel presente e sulle quali è possibile stabilire contatti critici. |
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Siamo abituati a pensare che la teologia sia questione non alla nostra portata
Con questo libro Küng dimostra che non è così |
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Primo, perché il libro è scritto in un modo così chiaro che non ci si accorge delle oltre 700 pagine da cui è composto.
Secondo, perché la religione e la sua grande forza dinamica smuove e unisce popoli ed è una delle istanze più importanti del divenire storico e per questo è bene conoscerne il più possibile.
Terzo, perché solo un teologo con le immense conoscenze storiche e culturali come Küng può spiegare a noi occidentali tutto quello che non sappiamo dell'Islam, di come, dove e perché è nato, di quanto c'entri un certo Cristianesimo con Maometto, di come si sia evoluto e attraverso quali passaggi politici, dei suoi punti di splendore e delle forze che ne hanno impedito una riforma critica e perché.
Quarto perché è l'occasione per ripercorrere 1.400 anni di storia per una volta inquadrati da un'altra prospettiva e con altri personaggi al centro della scena.
Chiudiamo con il quinto, ma sicuramente ce ne saranno altri: Küng dice di aver scritto questo libro per contribuire al dialogo tra le Religioni e quindi tra le Nazioni.
Questo è il suo contributo.
Il nostro, con la garanzia che è molto piacevole, è leggerlo.
(Ci sono voluti cinque traduttori per affrontare questa fatica, eccoli: S. De Maria, G. Giri, S. Gualdi, V. Rossi, L. Santini). [...] |
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"I rapporti tra teologia, fisica e |
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darwinismo secondo Hans Küng" |
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di Dario Olivero |
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Da La Repubblica - 21 settembre 2006 |
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[...] |
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Teologia Critica |
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Bisogna sempre leggere quello che scrive Hans Küng |
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Non solo perché è uno dei più grandi teologi e filosofi del mondo, ma anche perché è un uomo che ha sempre avuto il coraggio di sostenere le sue tesi anche a costo di perdere molto come la benedizione della Santa Sede e l'amicizia di un futuro Papa.
Quindi ecco questo manualetto dal titolo "L'inizio di tutte le cose" (traduzione italiana V. Rossi, Rizzoli) che prende a pretesto la grande polemica degli ultimi tempi sulla teoria evoluzionistica di Darwin messa addirittura sotto accusa in certi programmi scolastici.
Visto che ci sono momenti in cui il pensiero dell'uomo sembra essersi impantanato in diatribe che si credevano scomparse, ben venga questo libricino che ripercorre secoli di filosofia e decenni di pensiero scientifico e teologico con un'agilità da grande divulgatore per arrivare a ridefinire i ruoli e gli ambiti che scienza e fede - con le visioni del mondo che intessono - dovrebbero tenere. |
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Le conclusioni sono così sensate da far tirare un sospiro di sollievo sulle capacità filosofiche degli uomini [...] |
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Hans Küng durante i lavori del Concilio Vaticano II: insieme a Ratzinger il più giovane teologo a parteciparvi.
Teologo cattolico svizzero, studia nella Pontifica Università Gregoriana di Roma, alla Sorbona e nell'Istituto Cattolico di Parigi, poi, ordinato sacerdote nel 1954, insegna Teologia all'Università di Tubinga e viene nominato "peritus", cioè consulente in materia teologica, da Giovanni XXIII.
Uno dei teologi di avanguardia più straordinari e controversi del pensiero cattolico contemporaneo, basandosi su una solida ricerca storico-teologica, sostiene una revisione delle "strutture" della Chiesa, del tutto inadeguate al nostro tempo, e ad un'analisi delle formulazioni dogmatiche del passato, per liberarle da condizionamenti linguistici e mentali, estrarne il vero senso e comunicarle agli uomini e alle donne di oggi.
Forse anche proprio perché nel 1979 il Vaticano lo costringe a lasciare la Cattedra di Teologo Cattolico "Ufficiale", diventa punto di riferimento e guida del pensiero progressivo nella Chiesa Cattolica, il cui futuro vede piuttosto nella direzione di dialogo ed apertura sociale chiaramente indicataci da Giovanni XXIII e dal Concilio Vaticano II. |
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"Così Ratzinger mi ha tradito" |
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di Andrea Tarquini |
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Da La Repubblica - 10 settembre 2007 |
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L'atto d'accusa di Hans Küng
Ratzinger era Professore di Teologia con me, ma poi si rivelò figlio di un gendarme, quale era.
Si piegò alla Curia, mi denunciò come "non cattolico" e mi fece condannare.
E lo fece facendo il doppio gioco: mi scriveva lettere di riconciliazione e intanto preparava le sanzioni contro di me. |
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Ecco, riassunto in due parole, quanto Hans Küng, il celebre teologo ribelle svizzero [di lingua tedesca - NdR], racconta nel suo nuovo libro di memorie, "Umstrittene Wahrheit. Erinnerungen" ("Verità discusse", Ricordi), appena uscito in Germania per i tipi dell'Editore di Monaco Piper Verlag.
Una resa dei conti con Papa Benedetto XVI, con cui pure egli pareva essersi riconciliato dopo un incontro recente.
Di cui Der Spiegel riferisce il contenuto essenziale.
Küng e Ratzinger erano insieme Professori all'Università di Tubinga, che possiede una delle più vivaci e importanti Facoltà di Teologia d'Europa.
Fu Küng a proporre con successo di assumere a Tubinga quel teologo che insegnava a Muenster.
"Per tre anni lavorammo insieme", racconta Küng nel suo libro, non senza dettagli divertenti: Küng allora amava le Alfa Romeo, Ratzinger andava in bici.
Spesso, col maltempo, Küng dava un passaggio a Ratzinger caricando la sua bicicletta nel vano bagagli della sportiva italiana.
"Mi sembrava che fossimo sulla stessa lunghezza d'onda", scrive ora il teologo.
"Invece non fu così", racconta ancora.
Quando, alla fine dei Sessanta, le spinte riformatrici conciliari si
esaurirono
nella Chiesa, venne il
momento
della scelta. Per me come per lui. |
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"Al contrario di lui io decisi di non schierarmi con le Gerarchie di Roma e con una Chiesa centralista: volli essere un Cristiano Cattolico al servizio degli uomini dentro e fuori la Chiesa". |
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Il vento del Sessantotto secondo Küng "traumatizzò" Ratzinger: non seppe affrontare il dialogo coi giovani.
"Non lo interessava la Chiesa del Nuovo Testamento, ma la Chiesa del Padre, beninteso senza madre ovviamente il figlio di un gendarme cresce diversamente dal figlio di un commerciante",
aggiunge non senza un
po' di veleno.
anni più tardi, nel 1979 denunciò in pubblico me, suo ex collega.
E fece una specie di doppio gioco: su mia richiesta mi scrisse una lettera di riconciliazione.
Settimane dopo venne la Dichiarazione della Congregazione della Fede, che mi privava del diritto di insegnare Teologia in nome della Chiesa".
"Purtroppo", sostiene ancora Küng, "tra chi non ebbe il coraggio di appoggiarmi dopo fu anche il Cardinale Lehmann, il liberale numero uno della Conferenza Episcopale Tedesca". |
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"Una parola amichevole |
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su Hans Küng" |
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di Luigi Accattoli |
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Da Il blog di Luigi Accattoli - 24 novembre 2008 |
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Il dibattito che qui si è sviluppato negli ultimi giorni mi provoca a dire una parola di amico su Hans Küng
Un poco infatti gli sono amico - avendolo incontrato più volte a Roma e a Tubinga - e debbo qualcosa alla fatica che ha sempre svolto per rendere credibile all'uomo d'oggi la fede cristiana |
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Una dichiarazione della Congregazione per la Dottrina che ha la data del dicembre 1979, autorizzata da Giovanni Paolo II ma preparata sotto Paolo VI, l'ha privato del mandato canonico per insegnare nella Facoltà di "Teologia Cattolica" di Tubinga, perché sostenitore di opinioni che si oppongono "in diverso grado" alla Dottrina della Chiesa.
Chi legge Küng è bene che lo sappia.
Come è bene sappia che non vi è stato mai nei suoi confronti un giudizio di eresia e che egli è un sacerdote che celebra regolarmente l'Eucarestia, in comunione con il suo Vescovo.
Questa collocazione ecclesiale - come anche il colloquio "amichevole" che ebbe con lui Benedetto XVI nel settembre del 2005 - sta a dire che gli viene riconosciuto, di fatto, un ruolo nella vita della Chiesa Cattolica e più ampiamente in quella dell'Ecumene Cristiana.
Un ruolo che non è più quello del teologo con mandato canonico, incaricato della formazione intellettuale dei futuri sacerdoti, ma quello del teologo che opera in campo aperto, nel libero dibattito accademico ed ecumenico, impegnato ad aiutare l'umanità del nostro tempo a comprendere e ad amare la figura di Gesù.
Io di questo gli sono grato. |
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Sopra, Papa Benedetto XVI in uno dei suoi meno sfortunati momenti di black out pubblici...
... per fortuna,sotto, assiduamente assistito dal suo "fedelissimo da sempre" Cardinal Tarcisio Bertone (purtroppo anche lui estremamente ipovedente...)! |
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"L'attacco |
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del 'teologo ribelle' Küng |
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'Nella Chiesa |
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c'è una restaurazione'" |
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di Andrea Tarquini |
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Da La Repubblica - 27 gennaio 2009 |
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Per lo studioso tedesco "gli ultimi eventi sono il segno della continua marcia indietro e dell'irrigidimento del Vaticano"
"Il Papa vive nel suo mondo, si è allontanato dagli uomini"
"Voglio aspettare a prendere una posizione su questa polemica, perché in gioco ci sono
problemi di fondo Voglio prepararmi a dire la mia sugli aspetti cruciali del processo in corso
Perché la questione di questi quattro Vescovi è solo da vedere nel contesto generale di una restaurazione" |
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Così il famoso "teologo ribelle" svizzero, il Professor Hans Küng, commenta al telefono con La Repubblica e altri media internazionali la situazione nella Chiesa Cattolica dopo il ritiro della scomunica del Vescovo negazionista Williamson e degli altri tre presuli della Confraternita ultraconservatrice fondata da Monsignor Lefebvre.
Nella Chiesa Cattolica Tedesca prevalgono pareri fortemente contrari.
La teologa Uta Ranke-Heinemann parla di "responsabilità vergognose". |
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Professor Küng, quanto è importante la revoca della scomunica contro i quattro Vescovi? |
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"I significati fondamentali li ha il processo generale in corso.
La questione della revoca della scomunica ai quattro Vescovi sopra citati secondo me, da sola, di per sé non è davvero importante, ma ha un significato e va vista e inquadrata in un contesto generale di restaurazione". |
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Che significato hanno questo contesto generale e gli ultimi eventi? |
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"Nel contesto generale gli ultimi eventi sono un segno del continuo irrigidimento del Vaticano, la continua marcia indietro, il continuo susseguirsi di un passo indietro dopo l'altro.
Voglio pensare e prendere posizione sugli eventi in questo contesto, sto riflettendo ancora su come farlo". |
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Quanto è preoccupante e serio questo processo? |
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"È molto preoccupante.
Ma voglio aspettare ancora qualche giorno, farò attendere ancora un po' la mia voce". |
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Eppure per il caso Williamson fedeli e opinioni pubbliche sono sotto shock, che ne dice? |
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"Williamson è solo un aspetto del contesto generale.
Non l'unico.
Per quanto l'antisemitismo sia ributtante e da respingere, l'insieme dello sviluppo in corso è molto più carico di serie conseguenze.
Stiamo parlando di persone che non hanno ancora sottoscritto la 'Dichiarazione sulla Libertà di Religione' e il 'Decreto sugli Ebrei' [entrambi documenti conciliari - NdR]". |
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Cioè il problema non è solo la polemica Cristiani- Ebrei bensì le idee di fondo della Chiesa sul suo posto nel mondo moderno? |
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"Sì, la questione è l'insieme del corso che Papa Ratzinger ha fatto imboccare alla Chiesa.
Purtroppo un percorso significativamente all'indietro". |
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Anche rispetto a Papa Wojtyla? |
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"Sì, certo, Papa Wojtyla ha saputo evitare alcuni errori, e sapeva meglio parlare alla gente.
E fu lui a scomunicare i Vescovi di Lefebvre.
Ecco un altro esempio di passo indietro oggi.
In generale, la volontà di riconciliazione con i membri della confraternita è da valutare positivamente.
Ma insisto resta del tutto non chiaro se questi Vescovi riconoscano il Concilio Vaticano II o se rispettino il 'Decreto sulla Libertà Religiosa'". |
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Il Papa vive davvero nel mondo moderno, capisce i fedeli? |
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"Il Pontefice vive nel suo mondo, si è allontanato dagli uomini, e oltre a grandi processioni e pompose cerimonie, non vede più i problemi dei fedeli" - risponde Küng alla TV Svizzera.
"Per esempio la morale sessuale, la cura pastorale delle anime, la contraccezione.
La Chiesa è in crisi, io spero che egli lo riconosca.
Sarei felice di passi di riconciliazione specie verso gli ambienti dei fedeli progressisti.
Ma Benedetto non vede che sta alienando se stesso dalla gran parte della Chiesa Cattolica e della Cristianità". |
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"Non vede il mondo reale, vede solo il mondo vaticano" |
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Benedetto XVI con il capo coperto dal curioso cosiddetto "camauro", un copricapo di velluto rosso bordato di pelliccia d'ermellino bianco, indossato dai Papi del Settecento.
Ha deciso infatti di reindossare abiti pontifici alcuni dei quali risalenti addirittura al Rinascimento, tra cui la "mozzetta" di velluto rosso e quella bianca, entrambi bordate di ermellino bianco, il cappello detto "saturno" a tesa larga...
Anche in questo un Papa in tutti i sensi delle "reintroduzioni" e degli "spolveramenti", in un cammino della Chiesa evidentemente più a ritroso che in avanti. |
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"Hans Küng: |
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'Papa Ratzinger riporta |
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la Chiesa al Medioevo'" |
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(AGI) |
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Da La Repubblica-MicroMega - 15 ottobre 2009 |
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Durissimo attacco di Hans Küng a Benedetto XVI, accusato dal teologo voler riportare con la sua politica la Chiesa al Medioevo |
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In un'intervista al settimanale 'Stern' [14-10-2009 - "Die Politik des Vatikan wird ein Fiasko", NdR] il teologo svizzero, al quale nel 1979 la Congregazione per la Dottrina delle Fede revocò la "missio canonica", l'autorizzazione all'insegnamento della teologia cattolica, afferma che sulle questioni della fede, il Papa "sulla base della sua fede bavarese" si esprime in modo "sorprendentemente ingenuo, a volte premoderno e populistico".
Küng prosegue nel suo affondo spiegando: |
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"L'attuale politica del Vaticano è un fiasco.
Il tentativo di costringere la Chiesa a tornare al Medioevo la svuota.
Non si può tornare ai vecchi tempi". |
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Nel 1966 era stato Küng a chiamare Joseph Ratzinger ad insegnare all'Università di Tubinga e nell'intervista si rammarica che il Pontefice "non ha proseguito sulla via della riforma come ho fatto io.
Adesso non ci troveremmo con questa spaccatura della Chiesa Cattolica dall'alto e dal basso.
Io rappresento quella dal basso, lui quella dall'alto".
Nell'intervista, l'ottantunenne teologo rivendica il diritto per ogni persona di decidere sulla propria morte.
Spiega: |
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"Non vorrei mancare il momento giusto e questo momento dipende dalla mia responsabilità, non da quella della Chiesa, del Papa, di un prete, di un medico o di un giudice". |
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Küng aggiunge di guardare con serenità alla morte e si dice "curioso di vedere cosa succederà nell'aldilà.
Non credo a queste raffigurazioni semplicistiche del cielo, come quella di sedere su una sedia dorata cantando alleluia".
Küng dichiara di non credere alla resurrezione della carne, anche se in cielo avrebbe voglia di incontrare volentieri qualcuno, "di preferenza Mozart, oppure Willy Brandt". |
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L'attuale Papa viene apertamente accusato di guardare troppo spesso e volentieri indietro... |
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"Quel Papa che pesca |
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nell'acqua di destra" |
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di Hans Küng |
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Da La Repubblica - 28 ottobre 2009 |
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È una tragedia: dopo le offese già arrecate da Papa Benedetto XVI agli Ebrei e ai Musulmani, ai Protestanti e ai Cattolici Riformisti, ora è la volta della Comunione Anglicana
Essa conta pur sempre 77 milioni di aderenti ed è la terza Confessione Cristiana, dopo la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa
Cosa è successo? |
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Anglicani simpatizzanti |
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Dopo aver reintegrato l'antiriformista Fraternità San Pio X, ora Benedetto XVI vorrebbe rimpolpare le schiere assottigliate dei Cattolici Romani anche con Anglicani simpatizzanti di Roma |
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I sacerdoti e i Vescovi Anglicani dovrebbero potersi convertire più facilmente alla Chiesa Cattolica, mantenendo il proprio status, anche di sposati.
Tradizionalisti di tutte le Chiese, unitevi - sotto la cupola di San Pietro!
Vedete: il Pescatore di Uomini pesca soprattutto sulla sponda destra del lago.
Ma lì l'acqua è torbida.
Questo Atto Romano rappresenta niente meno che un drastico cambio di rotta: via dalla consolidata strategia ecumenica del dialogo diretto e di una vera riconciliazione.
E verso una pirateria non ecumenica di sacerdoti, cui viene persino risparmiato il medioevale obbligo di celibato, solo per render loro possibile un ritorno a Roma sotto il Primato Papale.
Chiaramente l'attuale Arcivescovo di Canterbury, il Dr. Rowan Williams, non era all'altezza della scaltra Diplomazia Vaticana.
Nel suo voler ingraziarsi il Vaticano apparentemente non ha compreso le conseguenze della pesca papale in acque anglicane.
In caso contrario non avrebbe firmato il comunicato minimizzante dell'Arcivescovo Cattolico di Westminster. |
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Facili prede |
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Le prede nella rete di Roma non capiscono che nella Chiesa Cattolica Romana saranno solo preti di seconda classe e che alle loro funzioni i Cattolici non possono partecipare? |
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Il comunicato fa sfacciatamente riferimento ai documenti realmente ecumenici della Anglican Roman Catholic International Commission (ARCIC), elaborati in anni e anni di laboriosi negoziati tra il romano Segretariato per l'Unione dei Cristiani e l'anglicana Conferenza di Lambeth: sull'Eucarestia (1971), sull'ufficio e l'ordinazione (1973) nonché sull'autorità nella Chiesa (1976/81).
Gli esperti però sanno che questi tre documenti, a suo tempo sottoscritti da entrambe le parti, non sono mirati alla pirateria, bensì alla riconciliazione.
Questi documenti di vera riconciliazione offrono infatti la base per il riconoscimento delle ordinazioni anglicane, delle quali Papa Leone XII nel 1896 aveva negato la validità con argomentazioni poco convincenti.
Dalla validità delle ordinazioni anglicane deriva anche la validità delle celebrazioni eucaristiche anglicane.
Sarebbe così possibile una reciproca ospitalità eucaristica, una intercomunione, un lento processo di unificazione tra Cattolici e Anglicani. |
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Ma la vaticana Congregazione per la Dottrina della Fede fece all'epoca in modo che questi documenti di riconciliazione sparissero il più rapidamente possibile nelle segrete del Vaticano |
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"Chiudere nel cassetto", si dice.
"Troppa teologia küngiana", recitava all'epoca un comunicato riservato della agenzia di stampa cattolica KNA [Katholische Nachrichten-Agentur, NdR].
In effetti avevo dedicato l'edizione inglese del mio libro "La Chiesa" all'allora Arcivescovo di Canterbury, Dr. Michael Ramsey in data 11 Ottobre 1967, quinto anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano questo Secondo: nella "umile speranza che nella pagine di libro si ponga una base teologica per un accordo tra le Chiese di Roma e Canterbury".
Vi si trova anche la soluzione alla spinosa questione del primato del Papa, che da secoli divide queste due Chiese, ma anche Roma dalle Chiese dell'Est e dalle Chiese Riformiste.
Una "ripresa della comunità ecclesiale tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Anglicana sarebbe possibile", se "da un lato alla Chiesa d'Inghilterra fosse garantito di poter mantenere il proprio attuale ordine ecclesiale sotto il Primato di Canterbury e dall'altro la Chiesa d'Inghilterra riconoscesse il Primato Pastorale del soglio di Pietro come istanza superiore di mediazione e conciliazione tra le Chiese".
"Così", speravo io all'epoca, "dall'Impero Romano nascerà un Commonwealth Cattolico!". |
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L'Impero e le sue conseguenze |
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Ma Papa Benedetto vuole assolutamente restaurare l'Impero Romano
concessione, intende piuttosto mantenere per sempre il Centralismo Medioevale Romano, anche se impedisce un accordo delle Chiese Cristiane su questioni fondamentali |
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Il Primato del Papa - dopo Papa Paolo VI bisogna ammetterlo il "grande scoglio" sulla via verso l'unità della Chiesa - non agisce apparentemente come "Pietra dell'Unità".
Torna in auge il vecchio invito al "ritorno a Roma", ora attraverso la conversione soprattutto di sacerdoti, possibilmente in massa.
A Roma si parla di mezzo milione di Anglicani con venti o trenta Vescovi.
E gli altri 76 milioni?
Una strategia dimostratasi fallimentare nei secoli passati e che condurrà nel migliore dei casi alla nascita di una minichiesa anglicana "unita" a Roma in forma di Diocesi personali (non territoriali). |
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Ma quali sono le conseguenze odierne di questa strategia? |
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1. Ulteriore indebolimento della Chiesa Anglicana
In Vaticano gli antiecumenici giubilano per l'afflusso di conservatori, nella Chiesa Anglicana i liberali esultano per l'esodo di disturbatori simpatizzanti cattolici.
Per la Chiesa Anglicana questa scissione implica un'ulteriore corrosione.
Essa soffre già in conseguenza della nomina inutilmente osteggiata di un pastore dichiaratamente omosessuale a Vescovo in USA - effettuata mettendo in conto lo scisma della sua Diocesi e dell'intera Comunità Anglicana.
La corrosione è stata rafforzata dall'atteggiamento discordante dei vertici ecclesiastici nei confronti delle coppie omosessuali: alcuni Anglicani accetterebbero senz'altro la registrazione civile con ampie conseguenze giuridiche (tipo diritto di successione) e con eventuale benedizione ecclesiastica, ma non un "matrimonio" (da millenni termine riservato all'unione tra uomo e donna) con diritto di adozione e conseguenze imprevedibili per i figli.
2. Generale disorientamento dei fedeli Anglicani
L'esodo dei sacerdoti anglicani e la proposta loro nuova ordinazione nella Chiesa Cattolica Romana solleva per molti fedeli (e Pastori) anglicani un pesante interrogativo: l'ordinazione dei sacerdoti anglicani è valida?
E i fedeli dovrebbero convertirsi alla Chiesa Cattolica assieme al loro Pastore?
Che ne è degli immobili ecclesiastici e degli introiti dei Pastori?
3. Sdegno del clero e del popolo cattolico
L'indignazione per il persistere del no alle riforme si è diffusa anche tra i più fedeli membri della Chiesa.
Dopo il Concilio molte Conferenze Episcopali, innumerevoli pastori e credenti hanno chiesto l'abrogazione del divieto medioevale di matrimonio per i sacerdoti, che sottrae parroci già quasi a metà delle nostre parrocchie.
Ma non fanno che urtare contro il rifiuto caparbio e ostinato di Ratzinger.
Ed ora i preti cattolici devono tollerare accanto a sé pastori convertiti sposati?
Cosa devono fare i preti che desiderano il matrimonio, forse farsi prima Anglicani, sposarsi, e poi ripresentarsi?
Come già nello scisma tra Oriente e Occidente (XI sec), ai tempi della Riforma (XVI sec) e nel Primo Concilio Vaticano (XIX sec) la fame di potere di Roma divide la Cristianità e nuoce alla sua Chiesa. |
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Una tragedia! |
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